Omelia (11-07-2004)
padre Paul Devreux


Il dottore della legge domanda a Gesù cosa deve fare per ereditare la vita
eterna. Per me equivale a domandare: cosa devo fare per vivere bene,
intelligentemente.

La legge consiglia di amare Dio e il prossimo, ma chi è il mio prossimo,
domanda il dottore?

Gesù, con la parabola del buon samaritano ha l'abilità di ribaltare la
domanda domandando: "Chi è il prossimo dell'altro?".

Io ascoltando questa parabola rimango pieno di ammirazione per questo
samaritano che ha compassione dello sventurato e non èsita a mettere la sua
vita in pericolo per soccorrerlo. Per farlo deve fermarsi in una zona dove
sono dei briganti, e potrebbero tornare. Deve sporcarsi per caricare il
ferito e poi procedere adagio, malgrado la paura. Questo samaritano, questo
straniero, dal quale non ci si aspetterebbe nulla di buono, è figura di
Cristo, che paga di persona per aiutare l'uomo.

Guardando all'atteggiamento del sacerdote e dello scriba, vivo un certo
disagio, perché se mi scandalizzo del loro comportamento, devo
scandalizzarmi anche del mio, perché oggi tutti i giorni vedo uomini che
hanno bisogno d'aiuto; e anche se cerco di non vederli, so benissimo che ci
sono e che potrei aiutarli. Il sacerdote e lo scriba avevano le loro
giustificazioni, come io ho le mie. Sono bravissimo nel mettermi la
coscienza a posto con frasi tipo:
- Non si può mica aiutare tutti
- Non ho tempo, ho da fare
- chi sa dove vanno a finire i miei soldi
- forse quello non è un vero povero
- ho saputo che .
- hai sentito cosa hanno detto al telegiornale? Io non do più niente a
nessuno, tutti ladri! (tranne me).

Ma come mai non mi viene in mente di identificarmi in questa parabola con il
personaggio che più di tutti corrisponde al mio vissuto? Se prego non è
forse perché ho bisogno di Dio? Se mi sforzo di essere una persona
sociévole, educata, se lavoro, se mi lavo e mi vesto bene, non è tutto in
funzione dell'evitare di ritrovarmi ai margini della strada, della società,
bastonato e schivato da tutti? Quante volte ho già fatto l'esperienza di
incontrare i briganti? Quanto ho paura che mi ricapiti?

I briganti sono tutte quelle realtà che hanno il potere di fermare di colpo
la mia corsa quotidiana. Da un giorno all'altro mi ritrovo in un letto d'
ospedale o senza una lira o semplicemente solo. Per cui più che domandarmi
come devo fare per riuscire a guadagnarmi la vita eterna, devo domandarmi
chi mi aiuterà a non perderla, chi sarà disposto a starmi vicino nel
bisogno, chi avrà compassione di me.

Il discorso di Gesù non è moraleggiante. Non punta a mettermi addosso dei
sensi di colpa perché non aiuto il povero. Punta a farmi vedere che il
povero sono io, e se voglio che qualcuno abbia compassione di me, quando mi
ritroverò per l'ennesima volta sul bordo della strada, è bene che mi dia da
fare per costruire un mondo dove regni la compassione e non altre cose. Il
mondo in cui viviamo ha bisogno di compassione più che di sacerdoti e di
scribi, perché i poveri sono il presente e il mio futuro.

Signore grazie per tutte le volte che già mi hai aiutato e caricato sul tuo
asinello. Grazie per tutte le volte che gratuitamente hai pagato per me.