Omelia (26-01-2014)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Prima Corinzi 1, 10

"Vi esorto pertanto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, a essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e di sentire."
1Cor 1, 10


Come vivere questa Parola?

Chi incontrava Gesù aveva sicuramente l'impressione di avere a che fare con una persona solida, unita in se stessa e con gli altri.

In Lui non c'erano compartimenti stagni né separazione tra pensieri, sentimenti, corporeità, volontà, preghiera, azioni. Nella sua persona tutto aveva ordine e armonia. Da qui la sua lucidità nel giudicare le situazioni, nel valutare il cuore degli uomini. Aveva una visione d'insieme dei legami della realtà che non gli faceva dimenticare nulla e nessuno.

Questa sua unità interiore si rifletteva all'esterno tanto da divenire lui stesso "luogo", segno e causa di unità tra gli uomini.

Ecco perché il richiamo di Paolo ad una unione di pensiero e di sentire non è solo un richiamo morale ma anche spirituale e teologico. I cristiani di Corinto si erano frantumati in appartenenze diverse: "Io sono di Apollo, io di Cefa..." Ma erano appartenenze malate perché sostituivano quella fondamentale, l'appartenenza a Cristo. Chi appartiene realmente a Cristo non può che nutrirsi della sua intima unità, del suo essere una cosa sola con il Padre, in se stesso, con gli uomini.

Chi appartiene a Cristo non si disperde e non disperde. D'istinto, ma è un istinto guidato dal suo spirito abitato da Dio, rigetta le parole e le azioni che portano a divisione, avverte subito la loro pericolosità. Diventa persona di unità perché in se stesso è già in "perfetta unione di pensiero e di sentire". E lo è anche con il Signore.

Se così non fosse inciderebbe poco come profeta di pace e comunione là dove Dio lo ha posto.

Quanta frantumazione vedo in me Signore. Quanta mancanza di unità anche fuori di me. Ricordami ogni giorno che appartengo a Te, il Signore della comunione, che vinci ogni divisione perché in Te non c'è divisione alcuna. Da te ricevo quell'unità interiore che mi aiuta ad essere un corpo solo anche con gli altri uomini.

La voce di un monaco

"Beato è il monaco che considera tutti gli uomini come Dio, dopo Dio. Monaco è colui che si ritiene uno con tutti, abituato com'è a vedere se stesso in ognuno."
Evagrio Pontico

Emanuela Giuliani - [email protected]