Omelia (11-07-2004)
don Elio Dotto
Per una giustizia più grande

Quel dottore della legge che si alzò per interrogare Gesù era certo una persona prudente (Lc 10,25-37). Egli conosceva bene il carisma del Maestro di Nazareth: sapeva che la parola di Gesù era autorevole, e che non era per niente facile opporsi ad essa. Dunque quel prudente dottore della legge decise di tenersi a distanza: infatti si alzò «per mettere alla prova Gesù»; e non certo per lasciarsi mettere in discussione dalla sua parola.
Così accade anche a noi, ogniqualvolta incontriamo gli altri e abbiamo paura di comprometterci troppo. «Quando dai la mano ti prendono il braccio», diciamo magari per scusarci: e intanto teniamo le distanze dagli altri, proseguendo con prudenza sulla nostra strada. Non sempre c'è cattiveria in un simile atteggiamento: molto spesso noi vogliamo soltanto capire meglio, per evitare inutili delusioni. Eppure a volte basta questa prudente cautela perché la distanza nei confronti degli altri cresca a dismisura, ed essi ci appaiano assai in fretta estranei ed irraggiungibili.
Appunto come avviene nella parabola raccontata da Gesù. A distanza rimangono il sacerdote ed il levita: ma non necessariamente sono persone senza cuore. Essi forse avrebbero voluto fare qualcosa per quel povero malcapitato: in fondo la legge di Mosè – a loro ben nota – prescriveva con chiarezza di soccorre i bisognosi. E tuttavia sia il sacerdote che il levita passano oltre, con prudente cautela.
Tale prudenza, però, è senza dubbio un inganno: oggi come allora. Essa infatti non fa' che scavare una distanza immensa fra le persone: al punto che si rischia di non vedere più gli altri, smarrendo ogni sentimento di compassione. E invece soltanto chi vince la prudenza diventa davvero capace di custodire quella solidarietà che ci rende fratelli e sorelle.
Certo, vincere la prudenza non significa essere avventati. Quando vedi un povero che chiede l'elemosina, non necessariamente devi dargli dei soldi; ma neanche devi girarti dall'altra, facendo finta di non vederlo. O quando la tua anziana madre ammalata ha bisogno di assistenza, non necessariamente devi sacrificare per lei tutte le ore della tua vita; ma neanche devi cercare la soluzione più comoda, che ti libera da ogni fastidio.
Appunto, vincere la prudenza non significa essere avventati: ma significa comunque evitare gli indugi inutili, e non cercare sempre le scorciatoie facili. Soprattutto significa sentire nel cuore la salutare inquietudine di chi non si accontenta delle proprie opere buone, perché è sempre in ricerca di una giustizia più grande.