Omelia (04-07-2004)
LaParrocchia.it
Li mandò a due a due

Sull'esempio di Cristo crocifisso, mandato in missione dal Padre, sull'esempio dei discepoli mandati dal divin Maestro, ogni cristiano è mandato in missione dalla Chiesa. Egli deve sentire il dovere di essere luce nella notte, mediatore di pace, fonte di gioia in mezzo ai fratelli. È la missione propria del Cristo, ed è lui che ci spinge a farla nostra, a prenderla a cuore, ad associarsi così alla sua opera di salvezza.

- Essere i messaggeri di Cristo: perché? Perché il mondo nel quale viviamo attende un messaggio di speranza. É un mondo duro, dove regnano la violenza e la paura, dove l'uomo si sente isolato, dove il denaro è re, anzi vero tiranno, dove il prepotente schiaccia il debole; un mondo che gronda tristezza, senza ideali, senza gioia; un mondo di schiavi e di condannati. Questo mondo ha bisogno di un messaggio di speranza che sia luce nella sua notte, fonte di conforto, portatore di gioia e di amore. Solo il messaggio di Cristo risponde a queste attese angosciose. "Non ce n'è un altro sotto il sole - diceva l'apostolo Pietro - che sia liberazione e salvezza, fuori del suo".

- Come essere i messaggeri di Cristo? Naturalmente trasmettendo nella sua genuinità il Vangelo. Non deve essere proclamato sui tetti? Mille possibilità si offrono a colui che ne vuole essere il portatore: farlo conoscere a coloro che l'avversano o lo svisano, partecipare agli sforzi missionari della Chiesa, ecc.
Ma il mezzo più efficace, quello che darà valore a tutti gli altri, sarà sempre la testimonianza di una vita tutta dedizione, improntata alla carità e al dono di sé. É la sola cosa che possa far riflettere la gente: "Da dove gli viene questa forza, questa generosità, questa gioia, questa irradiazione di amore?"