Omelia (04-07-2004) |
don Elio Dotto |
Senza alcuna ingenuità Lo straordinario sviluppo tecnologico degli ultimi decenni ha cambiato certo in meglio il nostro tenore di vita. Esso ha però anche prodotto una significativa modificazione della nostra coscienza, che non sempre appare positiva. Mi riferisco a quell'ingenuo senso di onnipotenza che gli strumenti della tecnica ci hanno infuso: attraverso l'automobile, il cellulare, il computer... noi abbiamo l'impressione di arrivare dappertutto, di comunicare in ogni situazione, di risolvere qualsiasi problema. Si tratta appunto soltanto di un'impressione: perché di fatto sperimentiamo che così non è, in quanto troppe volte ci ritroviamo ancora impotenti ed inefficaci. Eppure questa impressione ci condiziona pesantemente, generando in noi continue delusioni. Proprio per evitare un simile esito Gesù fece in quel tempo ai discepoli la raccomandazione che leggiamo nel Vangelo di domenica (Lc 10, 1-12.17-20): «non rallegratevi perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli». Anche nei discepoli infatti si era sviluppata l'ingenua impressione di poter risolvere ogni problema in un baleno: come se la forza del Vangelo di cui erano messaggeri consistesse in una specie di formula magica utile per ogni situazione. In realtà Gesù ricorda ai discepoli che l'efficacia della loro missione non dipende dalla potenza dei mezzi di cui dispongono («non portate borsa, né bisaccia, né sandali»); e neppure dipende dalla loro capacità comunicativa («non salutate nessuno lungo la strada, non passate di casa in casa»). Determinante è invece l'opera di Dio, di cui nessuno può pienamente disporre: «i vostri nomi sono scritti nei cieli». La raccomandazione di Gesù non comporta certo una condanna dell'ingegno umano: in un'altra situazione Gesù suggerirà ai discepoli di essere «prudenti come i serpenti» (Mt 10,16). Dunque ben vengano l'automobile, il cellulare, il computer... e ogni altro prodotto della nostra intelligenza. E tuttavia non ci accada di far dipendere la qualità della nostra vita soltanto da questi strumenti della tecnica o dalle nostre capacità comunicative: sarebbe troppo poco, e rischieremmo di rimanere delusi. |