| Omelia (15-12-2013) |
| Casa di Preghiera San Biagio FMA |
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Commento su Isaia 35, 1-3 Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. Come fiore di narciso fiorisca; sì, canti con gioia e con giubilo. Le è data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saron. Essi vedranno la gloria del Signore, la magnificenza del nostro Dio. Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Is.35.1-3 Come vivere questa Parola? Il profeta Isaia ha sguardo acuto e vede lontano. Pur vivendo tanti secoli prima di Cristo, scorge l'affacciarsi di una storia: quella del tempo messianico. L'immagine è quella di un piccolo sentiero che diventa una strada. Esso si apre a quella luce che, piovendo dall'alto, illumina l'uomo sulle sue scelte esistenziali. A percorrerla saranno"i riscattati dal Signore", cioè tali da poter raggiungere quella "felicità duratura che - dice il testo - proprio risplenderà sul loro capo". La tristezza e il pianto dovranno sgombrare per sempre. I ciechi avranno la vista, i sordi acquisteranno l'udito, gli zoppi cammineranno spediti. Ciò che a noi importa è notare come nel Vangelo Gesù stesso allude chiaramente all'avverarsi di queste profezie a motivo del suo operare salvezza. Ma è pure urgente per noi il realizzarsi -già qui e ora- di quella luce che fa' chiarezza sulle scelte che siamo chiamati a fare imboccando la strada del Vangelo:" via santa" che conduce alla gioia duratura, fuori dalle illusorie promesse della mondanità. Sì, Signore Gesù, già "qui e ora" dammi di vivere con serenità e pace il mio quotidiano. Già "qui e ora" la tua gioia è possibile anche se non ancora può essere piena. Con Isaia dammi occhi che vedono lontano. La voce di un poeta indiano Perché cerchi la gioia fuori da te, non sai che la puoi trovare solo nel tuo cuore? Tagore Sr Maria Pia Giudici - [email protected] |