Omelia (13-10-2013) |
Gaetano Salvati |
La Parola di Dio, che non può essere "incatenata" (2Tm 2, 9) dalle nostre convinzioni o dai nostri pregiudizi, è in grado di renderci migliori e più umani. Tale cambiamento, guarigione, è possibile se sperimentiamo, personalmente e consapevolmente, l'incontro con Dio, Colui che dona la salvezza e la fede. Forse, fare esperienza del Maestro è difficile: a volte, vi sono più interrogativi da sciogliere che certezze. Per questo, ora, è necessario lasciarsi avvolgere dalla verità del vangelo, e desiderare di essere incontrati e guariti. San Luca narra che il Signore mentre attraversava la Samaria e la Galilea (Lc 17,11), venne raggiunto da dieci lebbrosi, i quali dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi» (v.13). Gesù disse loro di presentarsi dal sacerdote (v.14). "Uno di loro", vistosi guarito, tornò dal Signore prostrandosi a Suoi piedi "per ringraziarlo" (v.16). Ma Gesù pone una sconvolgente domanda all'oramai ex lebbroso: «E gli altri nove dove sono?» (v.17). Questa domanda ci sollecita a trasformare la nostra esistenza in una risposta colma di ringraziamento (eucaristia): siamo chiamati a guarire dalla lebbra dell'arroganza che frequentemente pone dei dubbi su Dio, e a ritornare, come il lebbroso Samaritano (v.16), sui passi del Suo amore infinito. Nell'amore che non pretende nulla in cambio se non la nostra disponibilità a servirLo con sincerità, comprendiamo che siamo figli salvati, amati e liberi. La nostra guarigione, quindi, non è risoluzione solamente di ciò che rende la nostra vita misera: è relazione profonda, meditata con Gesù, perché Egli possa lasciarci guarire fino in fondo. Infatti, l'evangelista racconta che solo adesso il Signore dice verso il lebbroso: «Alzati e và; la tua fede ti ha salvato» (v.19). Come il sanato, anche noi, ringraziando Dio e sostando al Suo cospetto, ci accorgiamo che Egli si prende cura di noi, ci allontana dal male, dal peccato ("va"); ci trasforma in persone nuove, disponibili, cioè, a seguirLo nel Suo disegno d'amore ("la tua fede ti ha salvato"). Amen. |