Omelia (06-10-2013) |
don Luigi Trapelli |
Servi inutili Il testo di oggi è diviso in due parti. Nella prima parte i destinatari non sono le folle, ma gli stessi apostoli. Tali apostoli avanzano la richiesta di aumentare la propria fede. E' la domanda che molte volte noi stessi poniamo al Signore Gesù, perché comprendiamo la fatica del credere. Per Gesù, basterebbe avere una fede piccola per compiere gesti straordinari, quali spostare un gelso e gettarlo in mare. Per la fede, nulla è impossibile. Di fatto anche Gesù non ha compiuto gesti eclatanti, però l'invito alla fede rimane ed è in grado di estirpare gli alberi secolari, quando si prospetta uno stile di vita profondamente cristiano, in grado di sconvolgere le attese degli uomini. I sogni di pace e di giustizia, che molte volte facciamo, anche Dio li ha fatti per primo, lasciando però l'uomo libero di agire, accogliendo o rifiutando la Sua Parola. Questa è la profonda umanità di Dio. Credere, avere fede, significa per ogni credente sperimentare la fiducia in Dio che è roccia della propria vita, il fondamento dell'esistenza, l'appoggio sicuro. In un'epoca di smarrimento come la nostra, l'esperienza di fede aiuta a una ricerca di significato e di valori profondi. La seconda parte del brano è una parabola rivolta a tutti. Gesù vuole farci capire che siamo servi inutili, svolgendo quello che dobbiamo fare. L'inutilità non riguarda la persona, ma il servizio che tale persona compie. In altri termini, se svolgiamo un servizio qualsiasi, tale servizio si compie non per cercare onore e ricompensa, ma perché l'essere cristiani ci spinge a questo. Pensate cosa significhi fare dei servizi gratis, ma anche avere dei rapporti interpersonali gratuiti senza alcun interesse di sorta! Anche nel rapporto uomo- donna! Quante volte nel nostro lavoro, nelle attività che svolgiamo, critichiamo spesso gli altri perché non compiono il loro dovere. Però è importante fare delle cose non tanto in rapporto agli altri, ma perché è il compito che ci spetta e che svolgiamo con il massimo impegno. Penso al servizio che vivono i genitori nella gestione dei figli specie se piccoli. E' difficile, ti cambia la vita, però è il compito di un padre e di una madre e dona una soddisfazione enorme. Il rapporto con Dio non è, allora, un rapporto da servo a padrone, ma da amico in cui ci si mette a disposizione l'uno dell'altro, senza pretendere nulla. Siamo servi inutili, facendo quello che siamo chiamati a fare. |