Omelia (08-09-2013) |
don Luigi Trapelli |
La coerenza evangelica Il Vangelo di Luca ci presenta dei messaggi che vogliono scendere al cuore delle persone, nel cammino di Gesù verso Gerusalemme. Gesù vede molta gente che lo segue e per questo si volta indietro e chiarisce cosa comporta il cristianesimo. Gesù aveva raggiunto un grande successo e aveva attirato molte persone ma, come spesso capita, alla quantità delle persone non corrisponde la qualità e trasparenza dello stile di vita. Gesù parla apertamente e afferma che chi non porta la propria croce, non può essere suo discepolo. Poi rincara la dose, affermando di odiare le persone più care a causa del Vangelo. Il contesto ci fa comprendere che quell'odiare non va contro il quarto comandamento, ma che significa in realtà un "amare meno" o un "posporre". Gesù afferma che seguire Lui non è facile, perché bisogna metterlo al primo posto sempre, per cui neppure i legami familiari possono ostacolare la signoria di Dio sull'uomo. Gesù, in seguito, cita due parabole tratte dal contesto ebraico, ma collegate a tutti i tempi. La prima riguarda un costruttore e la seconda un re, con un messaggio simile: prima di intraprendere qualsiasi impresa, bisogna fermarsi a riflettere e valutare se si è in grado di portare a termine il lavoro. L'architetto e il re compiono questo tipo di sforzo, perché il cristiano non opera in tale prospettiva? Gesù, al termine, ribadisce il detto di essere persone capaci di rinunciare ai propri beni per avere la vita eterna. A volte si prendono questi testi non pensandoci troppo o dicendo che sono troppo impegnativi. Se, però, scendessimo in profondità, ci potremmo accorgere quanto dobbiamo maturare e come sia importante compiere scelte coerenti con il nostro credo. La radicalità della scelta evangelica ci invita non solo ad affermare delle idee, ma a metterle in pratica, anche se siamo consapevoli del costo di tale scelta. Se siamo chiamati a scegliere tra Gesù e il denaro, il piacere, la carriera vissuta in modo da distruggere altre persone, noi dovremmo operare senz'altro la scelta di Gesù. Gesù ci invita a meditare e a riflettere se vogliamo diventare cristiani o meno, evitando il rischio della tiepidità o dei piedi in varie scarpe. Tale invito riguarda tutti, preti e laici, ragazzi e adulti, per vedere se questo Cristo è veramente Colui che da un senso alla nostra vita. La lettura del Vangelo è fondamentale per valutare la nostra fedeltà a Cristo e tale buona novella si deve incarnare negli stili di vita nuovi che assumiamo. Oggi abbiamo alterato l'ordine dei valori, per cui ciò che è necessario diventa superfluo e facendo dell'avere, dell'apparire e del potere, i criteri del nostro vivere, perdendo il gusto della semplicità, dell'ascolto, del dialogo, del silenzio, della riflessione. Siamo pieni di cose, ma vuoti di senso e di speranza. Questa è la più grande povertà che stiamo vivendo oggi. Il Signore ci doni la forza di mettere in pratica tali insegnamenti con scelte precise vissute nella fedeltà, anche a costo di pagare di persona. |