Omelia (01-09-2013)
don Luigi Trapelli
L'umiltà esaltata

La parabola di oggi, prende lo spunto da un fatto accaduto mentre Gesù è invitato da uno dei capi dei farisei.


Gesù aveva appena guarito una persona in giorno di sabato e tutti gli sguardi erano rivolti a lui.


La situazione è di un certo imbarazzo.


Anche Gesù nota le persone e si accorge di un particolare raccapricciante: fare a gara per ottenere i primi posti.


Gesù prende una posizione molto netta: non puoi essere giudeo o diremmo oggi cristiano, se non vivi la virtù dell'umiltà.


Ma chi è la persona umile? 
Non è sicuramente chi pone se stesso al centro della propria vita o ama i primi posti.


Non appartiene a chi punta all'arrivismo e all'ambizione.


E' tipica, invece, di chi sente di dipendere da Dio, chi sa stare nella verità davanti a Dio, perché solo chi si umilia sarà esaltato.


Umiliazione non è, in primo luogo, mortificazione, ma esige una persona in grado di amare l'altro ponendosi al servizio del desiderio di crescere presente nell'altro.


L'umiltà è la vera via della libertà, perché ci sentiamo realisti, per cui siamo né meno di niente e neppure sensazionali.


Siamo, invece, poveri, fragili, e questo per avere una esatta conoscenza di noi stessi.


Gesù, poi, propone di invitare altre persone al banchetto, ossia coloro che, non possedendo nulla, non possono contraccambiare alla nostra richiesta.


L'invito è totalmente gratuito.


Sarà il Signore stesso, nella risurrezione dei giusti, che compirà la sua ricompensa, schierandosi dalla parte dei poveri.


La nostra gratuità nell'accoglienza si lega al fatto che anche noi siamo ospiti di Dio al suo banchetto.


Sempre nella prospettiva di un dare, ma soprattutto di un ricevere, perché chi non ha nulla di materiale da darci, può offrire molto in umanità alla nostra vita.


Ricordandosi che, proprio vivendo l'umiltà e la gratuità, noi riusciamo a crescere nella gioia.


Pensiamo alla vita di coppia e al matrimonio che nasce nell'umiltà perché si ha bisogno dell'altro per crescere, dicendo all'altro: "Dammi il tuo essere, perché il mio non basta!
"

Tale rapporto è salvato dall'umiltà, laddove nascono incomprensioni che si stemperano solo grazie ad un atteggiamento di carità.


L'umiltà disarma.
Per questo le persone amano chi è umile e agisce in modo disinteressato.


In fondo è l'umiltà di Cristo che, da ricco che era, si è fatto povero per rendere noi ricchi del Suo Amore!


Buona domenica