Omelia (25-08-2013) |
don Luigi Trapelli |
Passare per la porta stretta "Signore, sono pochi quelli che si salvano?" Quante volte abbiamo sentito rivolgere a noi tale domanda o noi avremmo voluta porla al Signore! La salvezza è solo per pochi o è per tante persone? E come fare a salvarsi? Gesù ci invita a sforzarci di passare per la porta stretta, perché molti rimarranno fuori. La salvezza è per tutti, ma essendo un dono esige una risposta precisa da parte dell'uomo, per non sentirci dire da Dio: " Non so di dove siete!". Davanti alle grida insistenti e l'invito rivolto verso Dio di riconoscerci perché abbiamo mangiato e bevuto con Lui, la risposta è sempre la medesima. " Non so di dove siete! Non vi conosco". Anzi, il Padrone dice che siamo operatori di ingiustizia. Abramo, Isacco, Giacobbe, i profeti saranno lì e noi, invece, cacciati fuori. Vengono a Gesù vengono da tutte le parti, ma Dio mette sempre al centro gli ultimi, mentre chi si considera a posto e primo, viene declassato all'ultimo posto. Mi soffermo su tre aspetti. 1) Siamo chiamati a sforzarci di entrare per la porta stretta. Oggi è facile pensare a un cristianesimo di comodo, perché tanto tutti fanno così. Noi pensiamo sempre agli altri, a chi non frequenta e quindi ci culliamo in un nostro mondo beato. Almeno io frequento la Chiesa, vivo i sacramenti, rispetto la vita morale della Chiesa per quanto mi è possibile, non faccio niente di male per cui sono a posto. In realtà la porta è stretta e siamo chiamati a distinguerci da chi non pratica, vivendo con radicalità la vita evangelica, non mirando alla semplice sufficienza. Nella preghiera, nella vita morale, nel rapporto con gli altri siamo chiamati a essere annunciatori con la vita di Gesù. 2) "Non so di dove siete". Anche noi, molte volte, non sappiamo da che parte vogliamo stare. Preferiamo tenere i piedi in staffe diverse, con continui compromessi, senza mai scegliere e non avendo un cammino coerente. Un cristianesimo annacquato, come spesso ci richiama Papa Francesco, non è certo di stimolo per nessuno, anzi rischia di diventare una controtestimonianza. 3) Gesù non salva guardando il colore della pelle o la nostra appartenenza sociale, ma guarda al cuore, a ciò che siamo e se nella nostra vita vogliamo metterci all'ultimo posto, senza tante velleità di primeggiare sugli altri. La salvezza si lega all'umiltà di capire che è solo attraverso lo stile della nostra vita che passiamo per la via stretta. Tale percorso è per tutti, non è mai esclusivo. Per questo in paradiso potremo trovare anche delle simpatiche sorprese!! Il Signore vi accompagni sempre. Buona domenica |