Omelia (22-09-2013) |
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie) |
Commento su Amos 8, 4-7; Prima Timoteo 2, 1-8; Luca 16, 1-13 "I Vescovi devono essere Pastori, vicini alla gente, padri e fratelli, con molta mansuetudine; pazienti e misericordiosi. Uomini che amano la povertà, tanto la povertà interiore come libertà davanti al Signore, quanto la povertà esteriore come semplicità e austerità di vita. Uomini che non abbiano "psicologia da príncipi". Uomini che non siano ambiziosi e che siano sposi di una Chiesa senza stare in attesa di un'altra." (Dal discorso di Papa Francesco al Celam in Brasile 28 Luglio 2013) così pure "Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l'uno e amerà l'altro, oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire Dio e la ricchezza." (Lc 16,13) Trovo che il forte richiamo lucano che collima con il pensiero pedagogico del Papa rivolto al Celam, ma che può essere benissimo esteso a ognuno di noi, sia poi il punto centrale delle letture di questa 25esima domenica T.O.. Senza andare a fare grandi discorsi pindarici l'insegnamento è chiaro e semplice. Agire con le ricchezze secondo giustizia, avere la capacità di saper amministrare per sé, nella famiglia, nel mondo socio-lavorativo ogni bene con correttezza sapendo che di ogni azione ingiusta compiuta ne dovremo rispondere in prima persona. La tentazione di relativizzare tutto è forte per ridurre, se non eliminare del tutto, il senso di colpa, per giustificare il nostro agire, per vivere più per noi che per gli altri. La Parola è un chiaro attacco alla illusione di poter stare contemporaneamente sui due campi, quello di Dio e quello della ricchezza fine a se stessa. Si può notare che nel linguaggio parlato vi è una certa assonanza tra il termine "mammona" e "amen"...quasi ad indicare l'esistenza di due religioni contrastanti, ci sono come due fedeltà, due scelte fondamentali: da un lato la scelta dell'Amore, della fraternità, della disponibilità verso l'altro, che è la religione autentica e divina, dall'altro lato invece c'è la pura logica dell'avere, del possedere, del profitto, fine a se stesso. Attenzione non è una condanna all'avere e possedere beni in abbondanza, ma è una condanna dell'uso diciamo "improprio" e del puro uso edonistico degli stessi. Il richiamo del Papa alla sobrietà come stile di vita da parte di tutto il popolo ecclesiale ed ecclesiastico è pienamente pertinente con la Parola di queste ultime domeniche, ma anche perfettamente in linea con tutto il messaggio evangelico di Cristo. Così pure è un forte richiamo per noi famiglie, a non lasciarci condizionare dalle chimere effimere della pubblicità consumistica. Il nostro scegliere o essere scelti si traduce anche nel semplice far la spesa scegliendo oculatamente i beni necessari e utili per se e la famiglia, senza lasciarsi irretire dalle offerte e dalle condizioni pseudovantaggiose di pagamento dei beni voluttuari o perché di moda. La ricchezza così "risparmiata" potrà essere utilizzata in parte anche per compiere meglio la nostra azione di amore verso il prossimo sia in famiglia che nel tessuto comunitario di appartenenza. E' una questione di scelta...o scegli o sei scelto, dopodiché agisci di conseguenza. Domande: - Io come persona scendo a compromessi sull'uso corretto dei beni affidatimi? - Nella relazione di coppia o di famiglia quanto ci impegniamo affinché insieme condividiamo le scelte economiche tese al reale bisogno della coppia e/o della famiglia? - La mia Comunità sa esprimere attraverso i suoi organi ecclesiali ed ecclesiastici la coerenza della sobrietà nell'uso dei beni materiali, economici e spirituali ad essi affidati? Maria Grazia e Claudio Righi di Pisa. |