Omelia (11-08-2013) |
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COMMENTO ALLE LETTURE Commento a cura di Mauro Manganozzi Questa domenica propone il tema della fede nell'anno della fede, la preghiera di Colletta infatti suggerisce: «Arda nei nostri cuori, o Padre, la stessa fede che spinse Abramo a vivere sulla terra come pellegrino, e non si spenga la nostra lampada, perché vigilanti nell'attesa della tua ora siamo introdotti da te nella patria eterna». Dopo aver toccato il tema della fede diverse volte, attraverso le sue connessioni con altre questioni importanti, il Tempo Ordinario, alla XIX domenica, lo ripropone in modo diretto evidenziando il centro del tema della fede attraverso il capitolo 11 delle lettera agli Ebrei: «La fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede!». Dunque la fede è camminare nel buio, verso qualcosa che ancora non si vede. Nella lettera agli Ebrei viene sottolineata la fede di Abramo, il capostipite di una lunga stirpe di credenti che per fede: «partì senza sapere dove andava,... soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, eredi della stessa promessa». Chi vive da credente è pellegrino, non solo perché cambia concretamente dimora, ma ancora di più perché, andando verso il mistero di Dio, viene stimolato a cambiare, a vivere fuori degli schemi, a non pensare mai di essere arrivato. Molto interessante pensare che il termine "parrocchia" viene dal greco e vuol dire "tra le case". La parrocchia infatti deve essere in primo luogo "la tenda dei credenti tra le case", l'abitazione semplice e provvisoria di coloro che camminano con fiducia e che invitano altri e diventare compagni di viaggio. Allo stesso tempo la fede è anche camminare nella luce perché è «fondamento di ciò che si spera». Attraverso di essa infatti si diventa capaci di vedere ciò che altri non vedono e di conseguenza di mettere in gioco la propria vita, concretamente, per cose che altri potrebbero giudicare una pazzia. L'amministratore fidato e prudente del vangelo di Luca sa bene che il padrone prima o poi ritornerà e di conseguenza orienta tutte le sue energie per preparare il suo ritorno. Questa preparazione ovviamente non avviene nella paura di essere giudicato male, ma nella fiducia che, quanto comandato dal padrone alla sua partenza, è la cosa giusta da fare, perché è la migliore per la vita del servo (venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà!). Quante cose oggi siamo chiamati ad amministrare attraverso la fede, cioè attraverso la luce dell'insegnamento divino rivelato in Cristo? Per esempio c'è un modo tipicamente cristiano di intendere la famiglia, eppure sono sempre di meno coloro che sono veramente disposti a condividerlo; lo stesso problema emerge spesso riguardo alle questioni di bioetica, nelle quali la posizione della chiesa viene facilmente tacciata di oscurantismo e non compresa a partire dalla signoria di Dio sulla vita. Infine esiste una questione morale di fondo che il Papa Benedetto XVI ha più volte sottolineato: l'uomo non è in grado di decidere da solo ciò che è bene e ciò che è male, al contrario deve cercare di superare questa posizione individualista per rivolgersi a Dio e nel confronto con lui ritrovare una efficace capacità di discernimento e la vera libertà. Anche in questo caso la questione principale rimane quella di mettere Dio al centro e chi non ci riesce rischia di mettere il cuore, cioè le migliori energie, su un tesoro che non vale la pena. Abramo per fede offrì addirittura Isacco (così ancora la lettera agli Ebrei) per testimoniare che nemmeno al proprio figlio si può dare lo stesso valore di Dio. L'elemosina (così invece il vangelo di Luca) è l'atto di chi è fondato in Dio perché solo in questo modo gli altri possono essere percepiti fratelli, cioè figli dello stesso Padre. Chi non è fondato in Dio non riesce nemmeno a ricevere il Regno di Dio, perché si tratta di condividere con lui il modo di concepire la vita umana, cioè secondo il progetto dell'umanità a immagine e somiglianza di Dio che appartiene alla creazione. Per esempio solo per fede la misericordia può apparire come un obiettivo plausibile, senza la fede la misericordia non esiste e chi la pratica viene considerato un pazzo. Lo stesso vangelo di Luca individua in questo modo l'obiettivo più importante degli uomini: «Siate misericordiosi come misericordioso è il Padre vostro nei cieli» (Lc 6,36). |