Omelia (21-07-2013) |
Wilma Chasseur |
Perché "non le sarà tolta"? "Una donna l'accolse". Ecco l'inedito. Di solito era l'uomo a fare gli onori di casa. E una donna si siede ai suoi piedi per ascoltarlo, atteggiamento tipico del discepolo, riservato solo agli uomini, gli unici a poter essere discepoli. Ma Gesù stravolge tutto e così facendo, scandalizza i benpensanti. Nel mondo ebraico e, ancor prima, in quello ellenistico, già alla nascita, ci si rallegrava se il nascituro era un maschio. Gli uomini non mangiavano con le donne; gli scribi affermavano che la Torah era meglio che andasse persa piuttosto che essere spiegata a una donna. Esclusa da azioni cultuali ufficiali, nel tardo giudaismo, si verifica un ulteriore declassamento: la donna doveva limitarsi a rimanere in fondo al tempio, nell'atrio, in segno di separazione.
Gesù esce completamente da questi schemi socioculturali: rivaluta le donne, ne guarisce molte, spiega loro addirittura la Scrittura. Quando si ferma a parlare con la samaritana, i farisei si stupiscono sia perché è una samaritana quindi una pagana, ma anche e soprattutto perché è una donna. Il Talmud insegnava che non bisognava fermarsi a parlare a una donna in pubblico. Alla luce di tutto questo si capisce dunque come Maria di Betania abbia colto al volo l'occasione di stare ad ascoltare un Rabbi - e che Rabbi!- che si degnava dare il suo insegnamento a una donna. E Gesù l'approva, rimproverando Marta che invece era distolta per i molti servizi. Non che non sia importante servire, ma ci sono priorità da rispettare. Gesù vuole prima essere accolto, ascoltato e amato, e poi servito. Questo atteggiamento di Maria che ascoltava il Maestro a bocca aperta, può essere riallacciato all'altro consiglio di Gesù :"beati quelli che ascoltano le mie parole e le osservano perché chi rimane in me porta molto frutto". Il tralcio staccato dalla vite può anche avere successi strabilianti e scatenare folle osannanti e applaudenti, ma rimane ramo secco destinato ad essere gettato nel fuoco. Per portare frutto occorre fare come Maria che ascoltava il Maestro: la Sua parola è un seme con una forza straordinaria, se rimaniamo in Lui, i frutti saranno copiosi e abbondanti. Il vero discepolo è colui o colei che si mette docilmente all'ascolto senza critiche interiori e senza preconcetti.
Ascoltare il Signore vuol dire uscire da sé stessi, dalle proprie preoccupazioni per accogliere la Sua Parola. Dio entra per invitarci ad uscire; Dio scende per invitarci a salire; Dio passa per invitarci a metterci in marcia.
Già sant'Agostino diceva "temo il Signore che passa", perché uno che passa, non è uno che è fermo: devi cogliere l'invito al volo perché poi sarà passato. Allora, come Abramo Gli aveva detto: "Non passare Signore, senza fermarti", diciamo anche noi: non passare Signore, nella nostra vita, senza fermarti, senza che abbiamo avuto il tempo di riconoscerti, senza che abbiamo avuto il tempo di ascoltarti troppo presi dalle nostre preoccupazioni e affanni della vita, ma fa' che ti accogliamo e ti riconosciamo come il nostro unico Signore e Maestro. |