Omelia (07-07-2013) |
don Luciano Cantini |
Come agnelli Altri settantadue Il discepolo non è soltanto colui che si mette al seguito di Gesù, ma anche colui che è mandato in avanti. La missione non è per alcuni specialisti; Gesù oltre i dodici apostoli ne mandò altri settanta[due] come il numero dei popoli della terra che incontriamo nel Libro della Genesi (settantadue nella versione greca dei LXX)... dunque la missione ha carattere universale e coinvolge il rapporto con la totalità del genere umano. Diceva loro L'idea della messe ci parla di una umanità matura, pronta per la mietitura per cui il Padre ha lavorato e faticato nel corso della storia. I discepoli sono invitati a guardare l'umanità con uno sguardo di speranza che sappia cogliere l'opera del Padre ed i segni di un regno di Dio che è vastamente presente nell'umanità e per cui vale la pena lavorare. Pregare il padrone della messe perché mandi operai chiede di avere la certezza che i tempi sono ormai maturi e che gli operai richiesti non hanno da dissodare e seminare ma solo da raccogliere e subentrare alla fatica di Colui che ha già fatto la parte maggiore del lavoro: Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica (Gv 4,38) L'atteggiamento del discepolo è quello dell'agnello, la sua presenza è testimonianza di quel Cristo che si è lasciato sacrificare, offendere ed uccidere. Il discepolo non è mandato a cercare una qualche vittoria, a prevaricare sugli altri, ma a testimoniare l'amore di Dio che si è manifestato nella mitezza del Cristo: l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! (Gv 1,29). In qualunque casa entriate Il primo messaggio che chi è inviato deve comunicare è la Pace. Non è né tranquillità né pacificazione, ma dono pasquale, grazia che viene dall'Alto ed impegno dell'uomo che deve dimostrare di essere un figlio della pace. Il secondo messaggio è la condivisione da suscitare e provocare - mangiando e bevendo di quello che hanno; l'atteggiamento non quello di colui che ha una ricchezza da portare piuttosto di colui che ha bisogno della generosità e della ospitalità degli altri. Occorre far sperimentare quanto sia più bello dare che ricevere. È mettere le basi della Comunione. Il terzo messaggio è la guarigione, quella guarigione profonda che sola può donarci la libertà ed aprirci la speranza. È la riscoperta di se stessi e della propria dignità, della propria vocazione è scoprire di essere "vicini" al regno di Dio. Questa consapevolezza, questa fede ci permette di Vedere ed Operare in quel campo di grano maturo che prima non avevamo né capito né visto: Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura (Gv 4,35) |