Omelia (19-05-2013)
mons. Gianfranco Poma
Tutti coloro che sono guidati dallo Spirito sono figli di Dio

"Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro, e furono tutti colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava dava loro il potere di esprimersi". (At.2,1...)
La festa della Pentecoste ha subito una lunga evoluzione nella storia del popolo di Israele. Al tempo di Gesù questa mutazione di senso è in corso: dall'essere la festa dei raccolti, diventa la celebrazione dell'Alleanza conclusa da Dio con Noè (Gen.9), e progressivamente del dono della Legge al Sinai (Es.19). La Pentecoste è la celebrazione dell'Alleanza fondatrice del popolo di Dio. La data della Pentecoste, nel racconto degli Atti degli Apostoli, è fortemente carica di valore simbolico: come già al Sinai, Dio a Pentecoste stringe con il suo popolo la nuova Alleanza fondatrice che porta a compimento la prima. A Pentecoste si realizza ciò che i profeti Geremia ed Ezechiele avevano annunciato, e nasce il nuovo popolo di Dio. Dice Geremia: "Ecco, verranno giorni nei quali con la casa di Israele e con la casa di Giuda concluderò un'Alleanza nuova. Questa sarà l'Alleanza...porrò la mia Legge dentro di loro, la scriverò su loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo..." (Ger.31,31-34). Ed Ezechiele: "Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo la mia legge..." (Ez.36,26)
La Liturgia ci fa vivere oggi il "compimento della Pentecoste": oggi con noi Dio stringe l'Alleanza nuova. Donandoci il suo Amore cambia il nostro cuore: ci strappa il cuore di pietra e crea in noi un cuore di carne che sa amare come Lui ama. Donandoci il suo Spirito, che è lo Spirito di Gesù che risorge dalla morte, ci dà una vita e una forza nuova per cui siamo creatura nuova, figli adottivi di Dio, liberati dalla Legge, perché capaci di vivere, ben oltre i precetti, la vita stessa di Dio che è l'Amore.
Oggi, lo Spirito scuote di nuovo la nostra casa e ci spinge a dire al mondo la Parola dell'Amore di Dio, che tutti comprendono: è nato il Popolo chiamato a dilatarsi ai confini del mondo, perché supera ogni divisione di razze, di culture, di religioni, fatta di persone che nella loro singolare diversità, comunicano tra loro perché comprendono che le differenze sono la manifestazione dell'unica Parola inesauribile. La Pentecoste è un miracolo di comunicazione, perché agli uomini non sono dati strumenti nuovi, ma un cuore nuovo, di fratelli, di figli di un Padre che ama tutti senza distinzione ed insegna a tutti a parlare la lingua dell'Amore.
La Pentecoste è il compimento del progetto di Dio sull'umanità e sul mondo: in Gesù che muore affidandosi al Padre, la creazione accetta il proprio limite, si svuota di se stessa per essere riempita unicamente da Dio. Tutto è Amore: per Amore Dio crea. Per Amore Dio ri-crea chi si affida a lui, ed introduce tutto nell'infinito della sua vita.
Paolo, nella lettera ai Romani, descrive mirabilmente l'esperienza umana: "In me c'è il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio..." Usando le categorie etiche, Paolo prende atto della fragilità della creatura (la "carne"), che ha il desiderio del bene ma non la forza per attuarlo, dell'insufficienza della Legge, che indica la via del bene, ma lascia l'uomo nella sua debole fragilità e grida: "Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte?"
Giunti a questa stessa esperienza, i Profeti avevano preannunciato la Nuova Alleanza, non più fondata sulla Legge, ma su un intervento nuovo di Dio che ri-crei l'uomo donandogli la forza per realizzare ciò di cui sente il bisogno.
Paolo esulta di gioia incontenibile perché sperimenta che l'attesa dei profeti è realizzata in Gesù Cristo: "Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore...Ciò che non era possibile alla Legge, Dio lo ha reso possibile mandando il proprio Figlio...in noi che camminiamo non secondo la carne ma secondo lo Spirito". La vita secondo lo Spirito è quella generata in noi dallo Spirito di Cristo risorto: "Lo Spirito di Dio abita in voi... Se lo Spirito di Dio che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi".
Gustando ciò che la partecipazione del Figlio di Dio alla fragilità della carne ha operato nell'esistenza dell'uomo, Paolo esplode come un'onda infinita nel cercare di descrivere l'indescrivibile vita nuova, la vita secondo lo Spirito: vita di libertà da ogni schiavitù, vita di figli resi partecipi della vita stessa di Dio, vita che l'uomo continua a condividere con la fragilità di tutto il creato, ma gustando le primizie dello Spirito che ci dà la speranza di una pienezza che attendiamo.
Così, la disperazione iniziale di Paolo diventa un inno di gioia: "Che diremo dunque di queste cose? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?...Chi ci separerà dall'amore di Cristo?...nulla mai potrà separarci dall'amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore". (Rom.7-8)
Lo Spirito Santo è l'Amore di Dio in noi, è l'esperienza personale dell'Amore che Dio ha per noi, che irrompe nel nostro cuore e trasforma la nostra vita.
Tutto è questione di Amore: "Se mi amate, osserverete i miei comandamenti...Se uno mi ama, osserverà la mia parola...Chi non mi ama non osserva le mie parole..." (Giov.14)
Ma come è possibile "amare" Gesù, non avere paura, quando lui stesso muore in croce e sembra abbandonare i suoi discepoli? "Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi..." Lo Spirito Santo è il dono dell'Amore di Dio che ci ama gratuitamente e crea in noi la risposta di Amore per lui, che ci ri-crea rendendoci partecipi della vita del Figlio suo.
Lo Spirito Santo è il dono di Dio che ha riempito Gesù che si è svuotato morendo in Croce e che dalla pienezza di Gesù si diffonde su chi, come lui si lascia riempire da Dio.
È il "Paraclito", che ci dà la certezza interiore che chi segue Gesù realizza la propria vita al di là di ogni desiderio. È lui la presenza invisibile di Gesù nel mondo. È lui che rende possibile la "memoria" sempre viva di Gesù nella storia, impedendo alla storia di chiudersi in se stessa e nello stesso tempo di ridurre la sua parola solo ad un messaggio spirituale. È lo Spirito Santo che attualizza l'incarnazione: lo Spirito dell'incarnazione, della presenza, dell'incidenza di Dio nel mondo. È lo Spirito Santo che entra nella storia e la guida verso la pienezza del Regno.