Omelia (19-05-2013)
Omelie.org (bambini)


Il protagonista delle letture odierne è senza dubbio lo Spirito Santo. La Pentecoste difatti celebra e ricorda proprio la discesa dello Spirito sugli apostoli, i quali da quel momento in poi, inizieranno ad annunciare a tutto il mondo, il Vangelo, la Buona Notizia! Dunque si direbbe che il passaggio dello Santo Spirito non lascia indifferenti, anzi cambia profondamente la vita degli apostoli, da timorosi iniziano a testimoniare la loro fede in Cristo Risorto, da chiusi e fermi in una stanza cominciano a percorrere i paesi vicini e lontani.
Lo Spirito, però, rimane a volte misterioso per noi, cioè non sappiamo come descriverlo, come parlarne. Io personalmente ho sempre avuto tante curiosità, dubbi e mi sono accorta di non essere l'unica: i bambini e gli adolescenti che incontro spesso mi chiedono "Cos'è lo Spirito di Dio?", "Com'è fatto?", "Lo possiamo vedere?", "Perché dicono che Gesù lo ha dato a noi dopo la sua risurrezione, che vuol dire?". Altri rispondono spontaneamente che non si vede, è una specie di fantasma, oppure che è come il vento: lo senti arrivare, ma non lo puoi vedere! Insomma intorno alla terza persona della Santa Trinità le domande sono tante e le risposte son complesse!
Mio nipote un giorno è andato dritto al punto chiedendomi: "Da cosa posso accorgermi che esiste lo Spirito Santo?"; gli ho raccontato di Giorgio, un mio compagno di scuola, che metteva il broncio per ogni cosa, appena si iniziava a discutere di qualsiasi cosa se lui non riusciva a dire la sua finiva sempre che urlava e se ne andava in un angolino; un giorno ha anche dato uno spintone ad un paio di compagni. A lungo andare, Giorgio si chiuse sempre di più, parlava meno e con poche persone, aveva il volto triste e spento. Alessia, che lo conosceva dalla scuola materna, non si fece intimidire dal quel muso lungo e gli parlò apertamente, dicendogli tutto ciò che pensava di lui, che era bravo, e che vedendolo sempre imbronciato a nessun veniva voglia di giocarci insieme e per di più, tutta la classe sapeva che difficilmente accettava di mettere in comune i giochi. Giorgio ascoltò attentamente e scoppiò a piangere e disse: "Io voglio giocare con voi però non ci riesco, siete tutti già contenti e mi sembra di disturbarvi!".
Alessia a quel punto lo prese per mano e lo portò vicino ad un gruppo di compagni, gli spiegò il gioco che facevano e domandò al gruppo se entrambi potessero partecipare. A fine ricreazione Giorgio era talmente contento, aveva giocato con tanti compagni e Alessia era sempre pronta a intervenire appena si accorgeva che non capiva qualcosa o che interpretava male una parola di un amico, che sentì il bisogno di ringraziare Alessia e tutti gli altri. Dentro di sé provava gioia perché sapeva di non essere solo e che poteva imparare a conoscere gli altri e farsi degli amici come gli aveva insegnato Alessia.
Lo Spirito Santo è accanto a noi come il nostro migliore amico: non ci lascia soli, ci incoraggia, si interessa dei nostri sentimenti e ci spinge a incontrare gli altri. I brani di oggi indicano proprio questo: lo Spirito Santo agisce nella nostra vita insegnandoci ad amare, ricordandoci la Parola di Dio, tutti gli insegnamenti di Gesù così che amandoci a vicenda mettiamo in pratica i comandamenti del Signore e gioire fin d'ora di essere figli suoi.
Lo Spirito Santo non è un fantasma o qualcosa che non si sente, agisce nella nostra vita e possiamo riconosce la sua potenza dall'amore che abbiamo per gli altri. Gli apostoli hanno testimoniato l'amore di Dio a costo anche della vita, grazie alla forza dello Spirito che li accompagnava, li incoraggiava e insegnava loro ad amare.
Possiamo, durante questa settimana, domandare al Signore di farci vedere i segni d'amore che abbiamo compiuto e ricevuto e ringraziare lo Spirito che agisce in noi.

Antonella Stolfi