Omelia (14-04-2013)
Riccardo Ripoli
Mi vuoi bene?

E' nella natura umana ricercare nel prossimo la continua verifica dei suoi sentimenti nei nostri confronti. Vorremmo avere ogni giorno la prova che l'amore per noi non è venuto meno, ricerchiamo continuamente nell'altro frasi, atteggiamenti, pensieri che ci indichino i suoi sentimenti, finanche a chiedere "Mi vuoi bene?".
Abbiamo bisogno di sentirci amati, di non essere una routine per l'altro, abbiamo bisogno di attenzione e considerazione.
Purtroppo siamo così presi da mille cose che ci scordiamo di amare. Ci dimentichiamo di dare cibo alle persone a noi vicine e ce ne rendiamo conto solo quando questo alimento dell'anima non ci viene più elargito. Come spesso accade ci accorgiamo di quanto una cosa che abbiamo sia importante solo quando questa non c'è più. Il mio amore per la mia mamma era senza confini, smisurato, ma poche volte, specie nell'adolescenza, negli ultimi anni della sua vita, mi sono ricordato di dirlo, di dimostrarlo. Eppure basta così poco. Basta un semplice "ti voglio bene" sussurrato nell'orecchio della moglie mentre cucina o del marito mentre sta al computer, un "grazie di esserci" ad un papà o ad una mamma che ti svegliano al mattino presto lottando contro il sonno, un "che bello averti vicino" ad un figlio anche se ci fa arrabbiare.
Di cosa abbiamo paura? Di farci vedere deboli? Per me era così. Nella mia adolescenza credevo di essere il padrone del mondo e che tutti mi dovessero qualcosa, che qualunque cosa avessi era scontata e dovuta.
Quanto mi sbagliavo. Il Signore nel chiamare a sé la mia mamma mi ha dato un grande insegnamento di vita, quello di non dare mai nulla per scontato. Mai. Dietro ogni angolo ci può essere una sorpresa, sia essa un bell'incontro, sia una brutta malattia di qualcuno che amiamo e che lo porterà inesorabilmente alla morte.
Credetemi, tutte le parole che non avete detto diventeranno pesanti come macigni allorquando non avrete più la possibilità di pronunciarle per donare il vostro amore.
Oggi avete la possibilità di dimostrare il vostro amore alla mamma, al papà, ai figli, agli amici, ai compagni di vita. Oggi sicuramente l'avete, ma domani?
Forza, andate in cucina a dire a vostra moglie "ti voglio bene", stupitela portando a casa un fiore, meravigliatela scrivendole un biglietto con la prima frase che sgorga dal cuore. E voi figli non siate scontrosi, un abbraccio non è sintomo di debolezza, ma è fortificarsi in un bellissimo rapporto di amore, e chi ve lo dice è uno che una sera mise un disco e prese fra le sue braccia la mamma e la fece ballare. Le vennero le lacrime ed era felice e disse "ci voleva un tumore per ballare con mio figlio". Era felice, nonostante fosse il giorno in cui le avevamo detto che aveva un tumore.