Omelia (05-10-2012) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Sl 138 (139) 13,14 Sei Tu, Signore, che hai formato i miei reni e mi hai tessuto nel grembo di mia madre. Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda; meravigliose sono le tue opere. Sl 138 (139) 13,14 Come vivere questa Parola? Il salmista, con queste parole rivolte a Dio Creatore, ci offre una espressione di alta poesia e di profondo sentire. Sì, siamo usciti dal tenerissimo amore di Dio. Plasmati - per così dire - dalle sue mani. Anche se qui le Parole descrivono appunto il Signore della vita come un artefice all'opera, come un artigiano o artista, l'empito con cui lo scrittore sacro lo dice ci fa intendere altro. Dio crea con infinita sapienza e intelletto d'amore. L'uomo, la donna, tu, io: qualsiasi abitante del mondo è sgorgato da questa prodigiosa volontà d'amore. Ogni persona è vertice della Creazione, complessità e armonia. Davvero un prodigio! "Io ti rendo grazie" Signore, facendo mia l'espressione salmica - ed entrando in questo spirito di profonda gratitudine cresco anche nella consapevolezza della mia dignità, del mio valore come uomo, come donna. Già una formica, per il modo con cui è fatta e vive, è un piccolo prodigio. Quanto più lo sono io! Signore, dammi uno sguardo pienamente vero sulla mia identità, anche solo come tua creatura. E dammi di vivere la gioia del grazie, fruttificando tanti tuoi magnifici doni. La voce di una guida spirituale Non sacrificare al sentimento degli altri, ispirato da motivi poco o nulla cristiani la tua libertà di figlia di Dio, davanti a Lui responsabile dei doni che ti ha dato. Card. Michele Pellegrino |