| Omelia (14-11-2010) |
| Giovani Missioitalia |
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33 Domenica del T.O. (anno C) Costruiamo, ci affanniamo, ci agitiamo, ma non resterà pietra su pietra di tutto questo. Cosa ci provoca questa affermazione di Gesù? paura? ansia? senso di impotenza? rassegnazione? preoccupazione? Pensiamoci. Credo che le sue parole così forti oggi mettano a nudo il nostro modo di stare al mondo, il nostro approccio alle cose. È bello questo brano perché mentre Gesù ci parla della fine (che avverrà senza che noi sappiamo come e quando) ci sussurra una frase amica che ci incoraggia: non vi terrorizzate. Perché voi siete miei e non vi lascio orfani, voi siete miei e non avete nulla da temere, non perirà un solo capello del vostro capo! Alcune sere fa si è scatenato qui dove vivo un temporale potentissimo, la pioggia era talmente forte che entrava l'acqua in casa attraverso il nostro tetto di lamiera e si è allagato tutto. Tuoni e lampi tanto vicini che sembrava dovesse crollare tutto. Abbiamo portato i nostri bimbi a dormire nel lettone e me li sono abbracciati pensando a quanto siamo piccoli quando la natura si scatena, mi sono sentita sopraffatta e ripetevo mentalmente questo brano. Non resterà pietra su pietra. Pensavo a quante mamme qui a Taninga stavano come me abbracciando i loro figli dentro piccole case di paglia. Il giorno dopo abbiamo scoperto che tante capanne sono state letteralmente spazzate via dal temporale e qualcuno ci ha telefonato dicendo che stava cercando di rimettere in piedi la sua casa. Gesù in questo brano non predice situazioni catastrofiche che accadranno prima della fine del tempo, ma semplicemente ci parla di quello che già l'uomo vive da sempre, ci parla della nostra storia, del nostro confronto con il male che c'è dentro e fuori di noi. La nostra vita si imbatte necessariamente con il dolore e con la morte, ma i cristiani possiedono una carta che li rende forti, che non li lascia soccombere e che consiste precisamente nelle parole del Signore: ma voi non vi terrorizzate. Quando sarete nella persecuzione, non abbiate paura. Quando la malattia vi metterà alla prova, quando vivrete conflitti anche all'interno della vostra famiglia, quando tutto vi sembrerà perduto, quando le vostre sicurezze e i vostri progetti crolleranno come castelli di sabbia, voi non abbiate paura. Restate con me, mantenete la speranza, perseverate nella fede e lì farete esperienza della mia presenza. Se ci aggrappiamo al Padre troviamo la vera pietra salda che non crolla, il rifugio sicuro, troviamo pace e consolazione. E la morte, il dolore, la distruzione non ci lasceranno sgomenti e disperati, ma saranno il segno della sua presenza di vita, ci parleranno del suo amore, ci sveleranno un Dio Padre che non tradisce, che non abbandona, e che conta ogni nostro capello, perché ognuno di noi è prezioso ai suoi occhi come un figlio unico. DOMANDE O PROVOCAZIONI?
Dalla nuova newsletter di Missio giovani, il commento di Giulia Pieri, dal Mozambico, Perù, al Vangelo della 33ima Domenica del Tempo Oridnario. |