Omelia (17-04-2011)
padre Mimmo Castiglione
Non tutto quel che brilla è oro! Bandierine e banderole!

Ogni anno è la stessa storia. Nel giro d'un paio d'ore, mutano gli stati d'animo.
Lieto all'alba, ricordando l'ingresso di Gesù nella capitale.
Triste alla fine della Liturgia, dopo aver ripercorso le ultime ore di vita del Maestro.
Durante la Celebrazione dell'Ingresso scorgo la gioia nei volti dei fanciulli,
che portano rami di palma per le vie della parrocchia, issati come vessilli.
Si divertono! Ed io me ne compiaccio! Io parato a festa in broccato rosso!
Ma si sa! Non tutto quel che brilla è oro!


Gesù è a Gerusalemme. Il viaggio si conclude. Rifiuto od accoglienza?
Evviva! Evviva! Evviva! Gesù che affascina, parla bene e fa i miracoli!
Che entusiasmo! I discepoli si rallegrano. Gesù pure appare contento.
Di lì a poco invece tutto sarà cattivo, orrendo.
Momento decisivo per la vita del Maestro. Si gioca tutto:
il ministero, la sua disponibilità al cuore dell'uomo
e la sua sottomissione alla volontà del Padre.

La sera si celebra la cena, si festeggia! Scende la tristezza, Gesù capisce.
Gesù intuisce e si consegna. Memoria dell'agnello!
Si rinnovano la luce ed il vigore ricevuti nel deserto,
quando fu tentato nella vanità e nel seguire altri percorsi.

Poco prima d'andare a Gerusalemme, Gesù era ritornato oltre il Giordano,
dove Giovanni aveva battezzato, dove la Voce aveva parlato,
per ricordare e ricevere coraggio.

Mentre si mangia Gesù parla di tradimento,
ma c'è chi non capisce, intento alla spartizione dei ministeri!
Quando qualcuno soffre e i seggi si svuotano,
c'è sempre chi pensa alle sostituzioni, alla poltrona!
Il Maestro capisce e s'offre.

Al frantoio dell'amore Gesù è angosciato e solo.
I discepoli dormono. Arrivano i soldati!
Ci vuole tanta pazienza, la notte è lunga.
Tanti processi, violenza, insulti e beffe.
Gesù senza famiglia, senza fratelli, orfano,
in pena per la madre, niente amici. Tutti fuggiti.
Solo Dio a dare sostegno e confortare.
E qualche pianto da non dimenticare!
Non quello delle donne, ma di Pietro insonne!

La cattiveria si scatena. Gesù capro espiatorio. Si scarica la rabbia.
Mediocrità e voltafaccia, rinnegamenti e tradimenti.
Gli stessi che qualche giorno prima osannavano, gridano ora: A morte!
E poi il corteo, gli sputi preparati in bocca, la processione!
Tutti devoti a rendere gloria a Dio!
Si giunge al Cranio. Poi la croce, che era per gli schiavi.
Poi l'agonia come per i rivoluzionari, con attorno pochi e rare parole.
Poi la morte come per i sovversivi, per i rivoltosi ribelli.
Gli spettatori ritornano a casa, battendosi il petto!

PREGHIERA

Oggi non ce la faccio proprio ad essere contento.
I bimbi mi guardano con quei rami d'ulivo in mano,
aspettando un cenno per agitarli,
come si fa con le bandierine!
Ho preparato caramelle, da distribuire dopo la funzione,
per addolcire un po' le cose.
Sorrido agli sguardi dei piccoli,
che sembrano cogliere la contraddizione.
Si vive per loro.

Ricordo le volte in cui, per paura del pericolo,
ho cambiato padrone. C'era da rischiare!
Mi vedo con vergogna rosso in volto,
e non per il riflesso del paramento!
E mi sento come la banderola
che splende al sole sui tetti delle case,
e che col vento, non quello dello Spirito,
gira, si muove! Un po' di qua! Un po' di là!
Ma si sa! Non tutto quel che brilla è oro!

Tu, Maestro Gesù, vai diritto per la tua strada,
dando senso sino alla fine alla tua vita,
continuando a tendere la mano alle folle,
ai capi, ai potenti, alle guardie,
ai tuoi discepoli, alle donne,
al Cireneo, ai due ladroni.
Come hai fatto Gesù?
Mi riconosco in tutti quanti loro:
io che tradisco, io opportunista,
io che non ti comprendo e triste m'addormento,
io che fuggo appena scorgo il pericolo,
io che ti rinnego e t'abbandono,
io che ti schernisco e t'insulto,
io che ti provoco e non ti credo,
io che ti vendo,
io che ti mollo per paura di perdere il ruolo,
io che ti baratto,
io arrabbiato costretto a portare la maledizione della fatica,
io che mi batto il petto per convenienza,
io che ti scarico la mia collera,
io che ti proclamo giusto solo dinanzi all'evidenza.

Pietà Signore, per tutte le volte che sono stato crudele.
Pietà Signore della mia vanità.
Pietà per l'incomprensione.
Pietà della mia incoerenza.
Pietà della mia cattiveria.
Pietà per l'indifferenza.
Pietà per tutte le volte che ho deriso il buono,
per gli insulti ai deboli e per la mia viltà.


Il tuo sguardo che incontra quello di Simone,
non reggo Signore, per la tristezza e per l'amore,
mi spezza il cuore e mi commuove!