Omelia (10-04-2011) |
padre Mimmo Castiglione |
Meglio tardi che mai! Lazzaroni e lazzaretti! Comincia presto la giornata in convento. Il suono della campanella desta quando ancora non s'è fatto giorno. Rammento quand'ero studente in seminario, tanti anni fa (molti), di un confratello semplice e simpatico, un po' zuccone e permanentemente stanco, per il quale probabilmente valeva la massima del poeta e drammaturgo tedesco Hebbel: "Il sogno è per lo spirito ciò che il sonno è per il corpo". Preferiva infatti ritardare l'alzata il tempo, e continuare a dormire placido nel suo giaciglio, esentandosi spesso (quasi sempre) dal partecipare all'Ufficio divino, fantasticando squilli d'altre campane! In seguito preferì andare anche per altri lidi! Puntualmente, dopo la preghiera del mattino, quando ormai s'era levato (molto in alto) il sole, per farlo drizzare in piedi su dal letto, per scherzo e con ironia, insieme si gridava davanti la porta della sua cella: Vieni fuori Lazzaro! Ma nessuno mai appariva! Gesù acqua, Gesù luce, Gesù vita! Lazzaro risuscitato. Episodio che fa da cerniera tra il ministero di Gesù e la sua passione. Un po' come per la trasfigurazione: il Maestro prepara i suoi discepoli al dopo, alla Croce, a non scoraggiarsi, andare avanti, sempre e comunque, nonostante tutto. Condotti al sepolcro per poi vederlo vuoto. Non disperare, perché è il Figlio e risorge. Gloria del Padre, vittorioso sulla morte! Settimo segno giovanneo. Anticipazione del prossimo, l'ottavo, l'ultimo, il più importante, che li compendia tutti, la Risurrezione di Gesù: giudizio di Dio che obbliga a scegliere e schierarsi! Li immaginiamo tutti compiaciuti, quanti erano presenti all'evento straordinario, stupiti! Ma poi, di loro e della loro fede che ne è stato? Han continuato? Sono rimasti? Come han risposto? Hanno accolto o rifiutato? Alcuni crederanno. Altri invece, ostili respingeranno. Paura? Invidia? Paradosso! Tanta opposizione a molta grazia! Capita a volte, nella vita, di far la guerra a ciò di cui si ha più bisogno! Si dovrebbe esser contenti che c'è chi fa uscire i morti dal sepolcro, ed invece?! Aumenta ostilità, si decide il finale. Quante volte s'era chiesto un segno?! Eppure?! Ora che è stato dato ed è pure il più importante, non si crede! A chi dice d'essere ciò che pronuncia, e veritiero realizza, d'eliminarlo si dispone! Pensieri omicidi nei confronti di Gesù. Stando bene attenti a non lasciare segni, cancellando tracce! Lazzaro compreso! Pesante coabitare con la morte. Ancor più faticoso convivere con la risurrezione. Per tutte le volte che ho soffocato il dolore della mia coscienza del mio cuore, impedendoti di consolarmi, di visitarmi, di curarmi, di amarmi, di risollevarmi, di perdonarmi, di godere della tua accoglienza e della tua misericordia. Signore pietà! Concedimi o Padre di scoprire il tuo volto sereno sulla mia vita. Maria, Marta e Lazzaro. Famiglia amica amata dal Signore. Ospitale. Chissà quante volte lo avevano seguito nel suo pellegrinare, assistendolo. Chissà quante volte il Rabbino di Nazareth itinerante, passando per Betania sobborgo di Gerusalemme, s'era fermato a casa loro per ristorarsi e riposare, per condividere stando insieme. Servito con i discepoli. Lazzaro s'ammala, ha bisogno dell'amico Gesù, del suo intervento. Chissà a quante guarigioni aveva assistito, a quanto conforto?! Sperava certo ora nel suo soccorso. Grazie Signore per questi fratelli nella fede, testimoni esemplari, hanno attraversato la valle del pianto: l'esperienza della sofferenza, del dolore e della morte, fidandosi della tua parola. Mi possono aiutare nel mio santo viaggio. Accresci durante il cammino il mio vigore, Signore, perché possa giungere ad incontrarti. All'ombra del tuo altare ti consegno la mia fatica del vivere. Ti rimetto lo sforzo di assumermi la responsabilità della mia vita e lo scontro con la realtà che non mi facilita il percorso. Ti consegno tutta la rabbia, la ribellione, la depressione del cuore. Aiutami o Signore a riconoscere il bisogno che ho di stare nella tua casa. Ti consegno il rifiuto e l'ostilità che sento nei confronti della tua forza e del tuo amore-dono. Grazie o Dio per tutta questa libertà di movimento. Senza giudizio. Per tutto il sospetto e la diffidenza e la sfida nei confronti delle tue promesse, nei confronti delle beatitudini che prometti a coloro che abitano la tua casa, per l'incapacità del mio cuore nel fidarmi delle tue parole, Signore pietà! Grazie Signore perché comunque e nonostante tutto, l'esperienza della valle del pianto mi ha obbligato ad uscire dalla casa della mia autosufficienza, riconoscendoti Padre; mi ha costretto a venir fuori dal bunker della mia auto-salvezza, riconoscendoti Salvatore; mi ha costretto ad abbandonare il lazzaretto del mio torpore riconoscendoti Signore. Il Maestro è a Betania oltre il Giordano. Ambiente favorevole, accogliente. C'è gente amica. Stima. Sollievo, prestigio. Certo non è Gerusalemme. Poco prima nel tempio avevano cercato di catturarlo, di lapidarlo, lazzaroni! I discepoli ora riprendono respiro, fiducia, si dorme la notte senza crisi d'ansia. Gesù è in pellegrinaggio! Per fare memoria prima dell'oltraggio! Per mantenersi fedele e ricevere conferma e forza dal ricordo della testimonianza, del ministero e del martirio del Battista. Signore, quello che tu ami, sta malato. Gli mandano a dire. Come Gesù ama il discepolo diletto ed il giovane ricco, Giuda, Pietro e tutti quanti gli uomini nel mondo. Parole piene d'aspettative. Supplica celata perché non appaiano pretese? D'andare subito, prima che sia troppo tardi! Quante risonanze ricordando il passato! Quanto senso di impotenza! Sensi di colpa per non essere andati?! Rabbia per non aver potuto far nulla?! Proprio ora l'amico del cuore doveva ammalarsi? Proprio ora l'amico del cuore doveva assentarsi? Se Lazzaro dorme, allora s'è ripreso e non è più necessario andare, pensano i discepoli. Cosa sentono? Paura? Ritornare in Giudea? In bocca al pericolo? Tra le fauci della morte? Troppa ostilità nei confronti di Gesù. È aumentato il rifiuto. Lapidazione scampata già due volte! Non riescono a star zitti! Ma temono anche di parlare, intuendo la reazione del Maestro: andare! Serve del tempo per comprendere, per accogliere. Per condividere risonanze. Rabbia, ribellione, sfiducia, delusione, fallimento?! Hanno avuto bisogno di tempo, di due giorni! Come due giorni occorsero a Gesù per andare alla festa delle capanne. Intanto il tempo è tiranno, mangia, divora le sue vittime. Cosa sente Lazzaro nel cuore? Abbandono? Rabbia? Disperazione? Delusione? Rassegnazione? Rancore? Cosa grida Lazzaro all'amico caro? "Fai presto a venire Gesù!". E noi con lui: Bisogna fare presto. Vacci presto Gesù! E se fosse morto? Che cosa ci si andrebbe a fare? Ormai?! Sarebbe troppo tardi! Fulmine a ciel sereno! Si va! Si scende in Giudea, all'altra Betania, vicino la capitale. Non è facile seguire il cammino del Maestro, che deve fare opera di convincimento, rispettando allo stesso tempo la libertà di coscienza di ognuno. Sicuramente avrà compreso che il Padre avrebbe fatto per Lazzaro qualcosa di speciale! Faticoso comunque stargli dietro. Impegnativo. Snervante. Tommaso affettuoso, gemello generoso, per primo s'associa, facendo l'eroe: "Andiamo a morire con lui!". Non si ripeterà nell'orto degli ulivi! Proprio lui che in futuro, per credere, vorrà toccare! Finalmente si decidono. In viaggio! Il Maestro invitato, dunque non giunge. Atteso con impazienza, non arriva. Quando lo fa è in ritardo, è troppo tardi! Ha dovuto aspettare che i suoi fossero pronti. Dal primo richiamo: sei giorni! Ma è già accaduto il peggio, è successo quel che più si temeva: Lazzaro è morto! Triste? Amareggiato? Angosciato? Senza aver ricevuto un minimo segnale dell'arrivo dell'amico del cuore?! Avrà pensato: "Non si preoccupa di me?! Non sono poi così importante?! Non gli interessa? Gli abbiamo fatto qualcosa di male, mancando di rispetto? Troppo occupato? O preoccupato di sé?!". Arriva Gesù. Si ferma alle porte del villaggio. Perché? Non vuole imporsi? Non invadente? Desidera far vivere le coscienze? Libere di decidere se andargli incontro?! D'accoglierlo, oppure rifiutarlo. La padrona di casa s'avvia per prima, Marta va incontro al Maestro. Non vedeva l'ora? Di liberarsi della confusione a casa, dell'impaccio? Con quali risonanze? Le stesse della sorella? Un po' aggressiva? Poi ribadisce fede. Come farà in appresso Maria. Quale fede ed in che cosa? Se tu fossi stato qui! Forse è il rimprovero di una aspettativa delusa? Gesù soffre per l'incomprensione? Quante volte ho pensato la stessa cosa, rinfacciato la stessa accusa. Desiderando la tua presenza, il tuo sostegno, la tua compagnia. Meglio non avere aspettative, mi son detto, per evitare amarezze. Maria sembra indifferente ad ogni richiamo. Perché? Angustiata? Ripicca? Non s'era forse accorta dell'arrivo? Seduta accoglie cordoglio per chi si trova in lutto?! Più accessibile, dialoga di più, è forse più espansiva? Marta poi ritorna a casa, chissà perché?! Con una scusa? Avvisa la sorella della presenza del Maestro, e proferisce bugia?! "Ti cerca!". Il suo bisogno: avere un poco di tregua nel confronto con Gesù e scaricare tensione? Maria s'alza in fretta andando incontro al Maestro, ripetendo però la stessa frase, la stessa accusa? Cambia atteggiamento rispetto a Marta: si prostra! Gli manifesta il suo dolore attraverso il pianto. Poi, quando si renderà conto, durante la cena del ringraziamento, ungerà grata l'Agnello. Come anche al sepolcro! Gesù fremé nello spirito e fu sconvolto. Come al tradimento di Giuda. Come quando incontra i greci. Impressiona il fatto che Gesù pianga. Lacrime di coccodrillo? Non poteva venire prima? Forse qualcuno pensa? Il Maestro invece condivide il dolore di Maria e di quanti piangono Lazzaro. Aveva senz'altro condiviso le risonanze del moribondo durante il viaggio. Per ben tre volte, Io sono freme. Per il ribrezzo? Per il terrore e si commuove? Si lascia forse coinvolgere nel dolore ricordando la mancanza dei suoi cari, il padre, i nonni? Poteva farne a meno ed invece? Gesù sentimentale? Gesù sensibile? Gesù fragile come al Getsemani? Debole e poi determinato?! Senz'altro mite ed anche appassionato! Perciò comprende, per questa ragione compatisce. Non ha paura di condividere: tristezza, dolore, angoscia, senza però rimanerne schiavo, facendo capire che il Padre partecipa al dolore di chi soffre. Troppo tardi! Troppo tempo è già passato, e nessuno poteva prevedere, tranne Gesù, è ovvio, certo, sapeva! Oramai è di quattro giorni, della distruzione il decorso. Ed il terzo ahimè è trascorso. Ma è proprio ora che il Signore può aiutare, e rivelarsi glorificando il Padre. Non è la notte che impedisce l'operare. È ancora giorno, c'è ancora tempo a disposizione per lavorare. Davanti alla realtà della morte, ti consegno Signore tutta l'angoscia, la solitudine, la rabbia che si muove nel mio cuore. Stendi, ti prego, la tua paternità in tutti i momenti di tenebra della mia vita. Aiutami a rimanere nella condizione di chi attende salvezza. Poi avviene l'imprevedibile, quello che non si osava sperare. Risorgere, vivere di nuovo, ma in questo mondo ancora! Già dal Maestro per ben due volte fatto. Ora, ed è la terza volta, il Veniente dona la sveglia a Lazzaro dormiente. Via la pietra che chiude il passaggio, che paralizza e separa dalla morte, che distrugge che disintegra! La pietra che separa dalla vita, che difende dallo spettacolo orrendo della decomposizione, che difende la dignità di chi muore. Gesù considerato crudele, sadico, macabro e pazzo?! Silenzio imbarazzante, opprimente. E Marta sbotta: è di quattro giorni! Chissà quante volte l'appello è stato ripetuto: Via la pietra! Chi eseguirà l'invito? L'intenzione è forse quella d'avere collaboratori nell'operazione? Collaboratori per togliere la pietra! Per esorcizzare la paura della morte? Togliere la pietra: esperienza battesimale?! Gesù sacerdotale alza gli occhi al Padre, già rende grazie essendo certo d'essere esaudito. Grida perché il morto esca fuori dal sepolcro, dal pozzo con il masso sopra, o dal Mar Rosso! Lazzaro è vivo dunque, si è già risvegliato. Gesù temeva forse che l'amico non sarebbe uscito? O morto di nuovo per il terrore di rivedersi vivo? Per un infarto? Per la paura? Soffocato dalle bende puzzolenti? Per non volere rinunciare a quella quiete?! Quanto tempo ci ha messo Lazzaro per capire quello che era successo, quanto tempo ha impiegato per comprendere ciò che stava accadendo? Avrà pensato forse: m'hanno seppellito vivo? Un brutto sogno? Un incubo? Ha avuto bisogno di qualcuno che gli urlasse di uscire? E quante volte Gesù ha dovuto gridare per farlo venire fuori?! C'era pericolo che rimanesse dentro? La voce d'un amico che mi strilla di venire fuori, di uscire allo scoperto, farmi vedere senza paura! Finalmente sei arrivato, Gesù. Sii benvenuto! La prossima volta però, vieni in tempo, amico caro! Ancora invito. Collaboratori per spogliarlo delle bende. Lazzaro nudo! Ha bisogno Lazzaro di vedersi e farsi vedere nudo? Ne hanno bisogno gli altri per scorgere vita sotto le vestigia della morte? Insegnami Signore a non aver paura di ritrovarmi nudo davanti a te, davanti agli altri. Insegnami a lasciarmi spogliare, servire, da quanti ti collaborano in favore della mia vita. Se la sarà presa Lazzaro che Gesù è arrivato in ritardo? Avrà avuto bisogno di tempo, per ricucire il rapporto con l'amico caro? E poi niente domande curiose. Niente scuse! Abbracci? Baci? Con tutto il puzzo addosso? È l'ora d'un bel bagno, dell'immersione! La festa, senz'altro, immaginiamoci pure! Ma anche un verdetto dal quale non si torna indietro. Comincia a mettersi veramente male! Comincia a mettersi in moto la Sventura. S'avvia la macchina dell'Iniquità, il pachiderma, la congiura di palazzo, il complotto statale. Faranno fuori Gesù. E Lazzaro? Probabilmente pure! È vivo veramente. Ha fatto il testimone! E finalmente poter morire tutti quanti in pace! Una volta sola! PREGHIERA Non si è mai preparati, quando viene a mancare una persona cara. È proprio vero, per quanto mi sforzi, non sarò mai pronto! Quanti pensieri attraversano la mente al pensiero del dover morire! Pesante imparare ad accettar la morte. Faticoso! E la risurrezione? Difficile farci i conti. Gravoso! Difficoltà del vivere! Stilare la scala dei valori. Ricercare il senso, di ciò che è importante e per il quale vale la pena faticare e vivere. Facile parlare di beatitudine a quanti stanno bene. Che coraggio hai avuto Gesù a predicare le beatitudini a quanti stavano male! Chi si interessa alla mia vita, chi si interessa della mia morte? Per chi continuo ad avere valore? Chi condivide uno che è fotografia della sua morte? Visita Signore il mio cuore diviso. Visita il mio cuore in guerra con la morte fino all'ultimo istante. Visita la mia coscienza con tutte le risonanze che ha suscitato la storia di Lazzaro. Fa' che l'ascolto del tuo incontro con la storia di Lazzaro mi aiuti a verificare la mia storia, illuminandola. Aiutami Gesù a convivere con l'idea della morte e del dover morire, Aiutami a convivere con l'idea di ciò che m'aspetta dopo! Aiutami ad uscire dalla tristezza e dallo scoraggiamento del mio sepolcro. Aiutami a non dare ascolto alla paura della morte. Pietà Gesù, per tutte le volte che ti ho accusato di abbandono, rivendicando diritti di assistenza inadempiuti. Pietà Maestro, per tutte le volte che ti ho giudicato insensibile alla sofferenza ed al dolore di quanti soffrono, di quanti muoiono. Pietà Signore, per la mia ingratitudine. Quante volte m'hai risorto?! Le bende puzzolenti del mio peccato tuttora esalano odore di morte, e già dimentico attenzione, facendo ancora grande torto. Pietà Signore Gesù, per tutte le volte che ho desiderato morire o rimanere nella morte per non affrontare la realtà. Riconciliami Signore con il mio limite, con la mia umanità. Pietà o Padre, per tutte le volte che non ho voluto rispondere ai tuoi richiami di vita, per non svegliarmi ed affrontare nuovamente la fatica del vivere. Aiutami Gesù ad accogliere la tua amicizia, la tua condivisione dalla croce. Aiutami ad accogliere la via che hai scelto per offrirmi la tua comunione, per non sentirmi maledetto, e non vivere da solo l'esperienza della morte. Grazie Signore Gesù, la fedeltà del tuo amore-dono manifestato in croce mi dà pace. |