Omelia (28-03-2011)
Movimento Apostolico - rito romano
Nessun profeta è bene accetto nella sua patria

Gesù a Nazaret, nella sinagoga, aveva rivelato la sua missione. Si era manifestato come il Messia di Dio venuto per realizzare tutte le antiche profezie. La reazione dei suoi concittadini fu di generale incredulità. Un uomo umile, semplice, povero, figlio di un carpentiere, senza origini nobili, alte, regali, mai potrà essere il Messia del Signore.
Quelli di Nazaret gli chiedono di fare anche in mezzo a loro dei segni potenti. Solo così essi si sarebbero potuti aprire alla fede in Lui. La fede non nasce dai segni, ma dalla Parola. Chi vuole credere in Lui deve passare solo attraverso la Parola. Sarà la Parola il più grande segno della sua verità, poiché questa sempre si compie in ciò che dice e profetizza. Il segno può suscitare la riflessione, il pensiero che poi potrà sfociare nella fede. Il segno, essendo visibile, mai potrà essere oggetto di fede, perché appartiene alla razionalità, all'intelligenza, al sano discernimento. È l'intelligenza, la sapienza che dal segno deve giungere alla fede, fede però sempre nella Parola.
Gesù non vuole lasciare i suoi concittadini nel dubbio, nell'incertezza, nell'incredulità. Vuole aiutarli a fare un vero atto di fede e per questo dice loro che non appartengono al profeta i miracoli. Il profeta non viene per fare segni. Viene per dare la vera Parola di Dio, per comunicare la sua volontà di salvezza nell'oggi del tempo e della storia. Viene per manifestare il cammino sul quale il popolo dovrà immettersi se vuole rimanere nella verità e attualità dell'Alleanza giurata e stipulata con il suo Dio e Signore.
I profeti non hanno una dinastia e neanche origini nobili. Sono persone del popolo che Dio chiama e manda. Se qualcuno di loro ha compiuto qualche miracolo, lo ha fatto a degli stranieri. Elia fece il miracolo ad una vedova in Zarepta di Sidone. Eliseo, anche lui, guarì dalla lebbra Naaman il Siro, uno che non apparteneva al popolo del Signore. Questo è lo stile dei veri profeti. Gesù non facendo alcun segno a Nazaret attesta di essere un vero profeta del Dio vivente.
Dato il segno della verità della sua persona, il profeta va sempre ascoltato, perché voce di Dio in mezzo al suo popolo. La vita è dall'ascolto del profeta. Se esso non viene ascoltato, il popolo rimane nella morte, perché fuori della perfetta obbedienza al suo Signore. La reazione degli abitanti di Nazaret non fu di fede, ma di completa sordità, opposizione, ribellione, decisione di uccidere Cristo Gesù, gettandolo dalla rupe sulla quale era costruita la loro città. Ma il profeta non è nelle mani degli uomini, bensì solo in quelle di Dio. Nessun uomo ha potere sugli inviati del Signore, finché non giunge la loro ora. L'ora di Gesù non è ancora venuta e Lui passando in mezzo a loro si mise in cammino verso un altro villaggio. Il contrasto, l'opposizione, l'ostilità, la volontà di toglierlo di mezzo sempre si abbatterà sui veri profeti. Essi però non devono temere l'uomo. Devono solo perseverare nella loro missione.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, convinci i nostri cuori che per battesimo tutti siamo profeti in Cristo Gesù. Angeli e Santi di Dio, aiutateci in questo nostro ministero.