| Omelia (23-01-2011) |
| don Roberto Rossi |
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La chiamata di Dio rivolta a ciascuno Oggi il Vangelo comincia con una citazione presa dal profeta Isaia che abbiamo ascoltato anche nella prima lettura. Come abbiamo sentito ci sono dei nomi a noi poco conosciuti: Zabulon, Neftali, Galilea delle genti. a noi sconosciuti, ma importanti da conoscere. Zabulon e Neftali sono due dei dodici figli di Giacobbe, uno dei patriarchi del popolo di Israele. Questi dodici figli, stabilitisi in Egitto crescendo di numero, fecero paura al popolo Egiziano e così il faraone li rese schiavi. Dio intervenne e li liberò dalla schiavitù per mezzo del suo servo Mosè e donò loro la terra che aveva promessa ad Abramo. Questa terra fu divisa come in tante regioni, e ogni "figlio-tribù" andò ad abitare nella parte a lui assegnata. Le "regioni" presero il nome del capostipite della tribù. In questo caso noi abbiamo Zabulon e Neftali che abitavano una parte della Palestina vicina al mare. Questo luogo era di passaggio e tanti stranieri si fermarono ad abitare lì. "Galilea delle genti" è una espressione per dire territori dei gentili, cioè degli stranieri. In più questa terra molto fertile, veniva dominata da altri popoli potenti. Quando un popolo con la forza, occupa il territorio di un altro popolo è come se in quella terra il sole non brillasse più. In quella situazione di oppressione, di "notte", c'è la profezia del profeta Isaia, profezia di speranza, che annuncia la grande luce che arriverà su questa terra. Luce che porterà pace, fratellanza, benessere. La grande luce è Gesù! Ricordiamo che anche san Giovanni nella prima pagina del suo Vangelo ci parla di Gesù come luce che viene a illuminare ogni uomo, luce che le tenebre non possono vincere. Gesù è luce, e chi lo accoglie, diventa luce come lui. "Convertitevi perché il regno dei cieli è vicino" sono le prime parole che pronuncia. Convertirsi vuol dire cambiare, lasciare ciò che è sbagliato e incominciare a vivere e a cercare sempre il bene. La gente di spettacolo quando vuole apparire diversa si rifà il look, non è certo questo il cambiamento richiesto, ma quello del cuore. Cambiamento di mentalità. Chi ascolta la Parola del Signore, ascolta una bella notizia: "il regno dei cieli è vicino", cioè Dio sta vicino a te, cammina con te, ti apre la strada! Se tu vuoi puoi somigliargli e allontanare le tenebre insieme a lui. In concreto cosa bisogna fare? Bisogna fare come questi quattro giovani: Gesù passa vicino a loro. Stanno lavorando, ma il lavoro non impedisce di ascoltare la sua parola: "Seguitemi!" Ed essi, dice il vangelo, subito, lasciarono tutto e lo seguirono. Potremmo dire: ma come hanno potuto lasciare un lavoro sicuro, tutti i beni per Gesù? Solo chi ascolta con il cuore può cogliere nelle parole di Gesù un bel progetto di vita e di speranza non solo per se stesso ma per tutti gli uomini. Oggi Gesù è qui e chiama anche noi a seguirlo, nelle varie situazioni che ci presenta. Potremmo avere la tentazione di presentare tutti i nostri motivi, le nostre scuse, di rimandare più avanti, in altra occasione... E' oggi invece che siamo chiamati a dare una risposta perché lui ci chiama. Proviamo a fidarci del suo amore per noi, del suo progetto di bellezza su di ciascuno di noi. Il suo progetto ci porta sulle strade del mondo e ci rende capaci di essere fratelli e amici di tutti, ci aiuta ad essere costruttori di pace, di giustizia, di perdono, di solidarietà. Ci aiuta ad essere capaci di verità e a riconoscere i nostri errori. Ci sostiene nel nostro impegno a servizio di quanti hanno bisogno. Ci apre il cuore alla preghiera, al dialogo con Dio, all'impegno a dare alla nostra vita un alto significato, sempre, a qualunque età, in qualunque situazione. |