| Omelia (23-01-2011) |
| don Luca Orlando Russo |
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«Venite dietro a me …» L'arresto di Giovanni Battista diventa per Gesù il segno che è ormai venuto il tempo in cui egli inizi la sua predicazione. Giovanni e la sua predicazione dovevano essere un punto di riferimento per Gesù che non a caso si è recato dal Battista e ha voluto che lo "immergesse" nell'acqua, condividendo con i peccatori un gesto che esprimeva il desiderio di cambiare vita. Ora che la voce di Giovanni non si ode più, ora che la cattiveria di una donna ha messo a tacere, forte del suo potere di cui è assetata, il più grande "tra i nati da donna", Gesù comprende che anche questo non è avvenuto a caso: la Voce tace per fare spazio alla Parola. È l'avverarsi di quello che il Battista aveva annunziato: "Colui che viene dopo di me è più forte di me". Giovanni si fa da parte e lascia la scena a Colui che verrà a battezzare nello Spirito Santo e lo stesso Giovanni avrà accolto con gioia questo momento, anche se da quel carcere non ne uscirà più. L'evangelista Matteo arricchisce questa considerazione, che lega il ministero di Gesù a quello del Battista, con una annotazione geografica: il ministero di Gesù ha inizio in Galilea, a Cafarnao per la precisione, in un territorio che dai gerosolimitani era disprezzato, luogo in cui dimoravano due delle dodici tribù dei figli di Israele, Zabulon e Neftali, che si erano presto mescolate ai pagani e per questo avevano perso la loro purezza. Anche in questo caso, Matteo vede l'adempiersi di una profezia che ci ha fatto compagnia nella notte di natale e che ci aiuta a rileggere l'inizio del ministero pubblico di Gesù, come l'irruzione potente di una grande luce nelle tenebre che avvolgono il popolo in cammino. Questa immagine è bellissima e tutte le volte che l'ascoltiamo non possiamo non pensare che il ministero pubblico di Gesù è lo svelarsi del volto di Dio che è Luce. I gesti e le parole di Gesù, da questo momento, li dovremo accogliere come una luce che viene a squarciare le tenebre che accompagnano il nostro camminare in questo mondo. E allora iniziamo subito. "Convertitevi e credete al vangelo", sono le prime parole che Gesù ci dice e che suonano come il monito costante che accompagnerà la nostra sequela. Convertirsi e accogliere la buona notizia non è di un momento, non basta convertirsi e accogliere la buona notizia una sola volta e poi si va oltre. La conversione e l'accoglienza della buona notizia sono all'inizio perché accompagneranno tutto il cammino del discepolo dietro di Lui. Il discepolo che inizia il suo cammino sa bene che della conversione e dell'accoglienza della buona notizia ne avrà, pian piano una comprensione sempre più approfondita. Non è un caso allora che all'invito di convertirsi e di accogliere la buona notizia segue la chiamata dei primi discepoli. Anche noi, come loro, siamo invitati a seguirlo e scopriremo che, proprio camminando dietro di Lui, il nostro cuore si aprirà e impareremo a fare sempre più spazio alla buona notizia, lasciando cadere dalle nostre mani quello che tenevamo stretto e che costituiva la nostra "morte". |