| Omelia (09-01-2011) |
| Monaci Benedettini Silvestrini |
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Questi è il Figlio mio, l'Amato Mentre Isaia, ben otto secoli prima, ci profetizza: "Ecco il mio Servo che io sostengo, il mio Eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio Spirito su di Lui...", oggi vediamo Gesù, silenzioso, mite e umile, che si incammina, solo, verso il fiume Giordano. Anche Lui, come i peccatori, va a farsi battezzare da Giovanni. E il Battista, quando Lo vede arrivare, ne rimane come sconvolto e reagisce con sincerità e forza: "Ma sono Io che ho bisogno di essere battezzato da Te, e Tu vieni a Me?"... Appena battezzato Gesù uscì dall'acqua: ed ecco... "si aprirono per Lui i cieli e vide lo Spirito Santo di Dio discendere come una colomba e venire sopra di Lui". E la voce di Dio Padre risuonò per il cielo: "Questi è il Figlio mio, l'Amato: in Lui ho posto il mio compiacimento!". E' la stessa voce che ha risuonato in chiesa, nel silenzio dell'anima nostra, quando siamo stati battezzati: lo Spirito Santo aleggiava anche sopra le nostre teste perché in quell'istante preciso siamo diventati, in tutto, simili a Gesù Cristo, che è Figlio di Dio e Figlio di Maria, siamo diventati 'cristiani'. E se continueremo a vivere la Grazia di quel momento divino, sentiremo ancora aleggiare lo Spirito del Signore sopra di noi, e sentiremo nel cuore la sua pace santa. Non vergogniamoci mai di essere cristiani e oggi per esserlo è necessario andare proprio contro corrente perché il mondo tante volte è cattivo e senza fede. E viviamolo con gioia il nostro Battesimo, e se ne perdiamo la Grazia, allora corriamo a confessarci perché con la santa assoluzione ritorna in noi la grazia battesimale, l'Alleanza d'amore con Dio e con i fratelli... e la pace nel cuore. |