| Omelia (19-12-2010) |
| don Giovanni Berti |
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Dalle paure ad un nuovo cammino Clicca qui per la vignetta della settimana. Giuseppe ha paura. Quale paura lo blocca? E' la paura di non vedere realizzato il suo sogno con la sua sposa Maria. E' la paura di non avere una propria discendenza, e che la macchia di un figlio non suo deturpi la sua immagine di uomo giusto. Ha paura anche di infangare Maria che ama, e quindi l'unica cosa logica è ripudiarla in segreto. E' un vero dramma quello che è raccontato in questo brano di Vangelo. E' un dramma che sembra così distante dall'immagine del Natale dolce e pacifico che abbiamo per tradizione. E nella paura di Giuseppe, costretto ad affrontare un evento imprevedibile per lui, possiamo riconoscere le nostre paure. Anche noi abbiamo paura di non veder coronati i nostri desideri. E' la paura anche di dover affrontare novità che ci destabilizzano. Paura di chi potrebbe modificare il nostro modo di vivere (lo straniero, il nuovo vicino di casa, un nuovo collega...). E allora, come Giuseppe, cerchiamo di trovare logicamente delle soluzioni per affrontare le paure e risolverle. Questo è assolutamente normale e logico, perché non possiamo vivere nella paura e nelle incertezze... Ma il bello di questo Vangelo è che ci presenta una svolta inaspettata nella storia. Ci racconta dell'intervento di Dio nella storia di Giuseppe e il fatto che questo intervento trasforma quello che è fonte di paura in nuova opportunità. Prima di tutto, l'angelo, che rappresenta Dio, riconosce la paura di Giuseppe e non ne fa un motivo di colpa. Giuseppe ha tutto il diritto di esser impaurito, ma è invitato a non rimanere bloccato dalla paura, e di fidarsi che le soluzioni non sono solo quelle logiche che ha in mente. Giuseppe si fida delle parole dell'angelo e inizia una storia diversa, con la disponibilità che lo rende grande e di esempio per noi e le nostre paure quotidiane. Giuseppe trasforma gli elementi del dramma umano che sta vivendo in una strada inaspettata di salvezza. Sente che la proposta di Dio è ancor meglio di quella che lui da solo ha pensato di attuare. L'obbedienza di Giuseppe non è cieca e da schiavo, ma è una obbedienza di un uomo libero che sente che la proposta fatta è prima di tutto per lui, per la sua stessa salvezza. Questa annunciazione fatta a Giuseppe, raccontata dall'evangelista Matteo, mi ricorda da vicino quella di Maria, raccontata dall'altro evangelista, Luca. Entrambi i racconti ci parlano di persone libere, messe difronte a situazioni umanamente al limite, ma che si fidano di una proposta che è vantaggiosa prima di tutto per loro. Maria, dopo che ha compreso che "nulla è impossibile a Dio" si dichiara serva di Dio. E lo stesso fa il suo sposo Giuseppe, che dopo il sogno rivelatore "fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa". Una bella coppia davvero questa di Maria e Giuseppe. In sintonia anche nell'obbedienza a Dio e nella fiducia. Entrambi, anche se in modi diversi, partecipano alla Storia di salvezza che Dio ha in mente per tutta l'umanità, e quindi anche per loro. "Non temere Giuseppe....", dice l'angelo. Clicca qui per lasciare un commento |