| Omelia (05-12-2010) |
| don Giovanni Berti |
|
Non siamo fiori finti… Clicca qui per la vignetta della settimana. In parrocchia con i giovani e adolescenti stiamo preparando i segni natalizi che poi verranno dati nei giorni delle feste a tutti i parrocchiani. Per questo motivo negli ultimi giorni sono stato diverse volte in un grandissimo negozio del paese specializzato in fiori, candele e decorazioni natalizie. Mentre aspettavo la consegna delle candele, ho visto da una parte una montagna di fiori bellissimi e di tutti i colori. Un vero trionfo della natura! Mi sono avvicinato e... ho scoperto che erano finti. Erano una perfetta riproduzione di fiori freschi. Pensandoci bene, era impossibile che fossero messi li così, bellissimi e pieni di "vita" in pieno inverno! Fiori finti, belli da vedere e per decorare, ma sempre finti e morti, anzi mai stati vivi. Giovanni Battista nel deserto parla in modo davvero duro e forte. Il suo grido vuole scuotere non solo gli ebrei che in massa accorrevano da lui da ogni parte, ma anche noi oggi che ascoltiamo forse un po' più pigramente questo suo grido alla conversione. Il Battista parla di conversione, invita in modo deciso a prendere una decisione nella propria vita, una decisione nei confronti di Dio. E il tempo non è tantissimo, e non si può rimandare a lungo la decisione. Di quale conversione parla Giovanni? Non è la conversione mentale a Dio, non è un credere puramente teorico sull'esistenza di Dio. Vorrei arricchire la riflessione con le parole di don Luca Seidita, giovane diacono pugliese che qualche giorno fa', con un gesto davvero drammatico, si è tolto la vita. Un gesto terribile dopo che gli era stata negata l'ordinazione a sacerdote a pochi giorni dalla cerimonia. Come ha detto il suo vescovo che ha celebrato la messa per lui, Luca gettandosi dalla rupe di Orvieto possa trovare ad accoglierlo la roccia di Cristo... "Sono tante le persone che si sono messe nelle mani di Dio. Una risposta che ha sempre caratterizzato i personaggi della Sacra Scrittura o della storia sono: "Eccomi" - "Sono pronto" - "Manda me" - "Cosa vuoi che io faccia?". Vocazione non si riferisce solo ai preti e alle suore, ma a tutti coloro che sono ripieni di buona volontà, che hanno compreso che il battesimo è un seme nel giardino della vita che va fatto fruttificare. Fidarsi è una delle cose di cui abbiamo più bisogno e che, lo stesso, ci costa un sacco fare, ci fa paura proprio come quella vertigine che prova chi si sdraia sull'orlo del burrone. Quello che più ci terrorizza, alla fine è ciò che ci attrae. E' come essere innamorati di qualcuno o qualcuna di cui non si capiscono le intenzioni... E' la stessa vertigine: un po' la paura di precipitare nel buio se quella persona ti dice di no e un po' la voglia di lanciarsi verso lei sperando che ti prenda per mano e ti faccia volare. Perché la domanda vera è quella scritta nella canzone: "Cosa sei disposto a perdere?" E' la domanda fatale che ti fa capire il valore che tu attribuisci a colui di cui ti vuoi fidare. Chi non è disposto a perdere molto non potrà mai avere molto, e solo chi mette in gioco tutto potrà avere tutto." (don Luca Seidita, 6 dicembre 2009) Clicca qui per lasciare un commento |