| Omelia (05-12-2010) |
| don Roberto Rossi |
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Convertitevi...preparate la via del Signore Nel cammino dell'Avvento, oggi ci aiuta Giovanni Battista: "Voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore" (Mt 3,3). Voce che grida nel deserto! Sembra una definizione scoraggiante. A che serve gridare nel deserto? Eppure Giovanni si presenta proprio così e non si scoraggia. Infatti egli si sente felice per il bene che fa e non per le risposte trova. Applichiamo a noi questa indicazione. Noi cristiani spesso non siamo una voce che grida nel deserto? Saremmo tentati di dire: a che serve? Ma noi non dobbiamo preoccuparci dei frutti: dobbiamo invece preoccuparci di essere con Cristo e di vivere con Lui. Il Signore farà il resto nel cuore dei fratelli. "Preparate la via del Signore". Queste parole sono piene di saggezza e di sapienza. Bisogna preparare la via del Signore perché la via di Dio è ostruita, l'abbiamo riempita di ostacoli: con il nostro peccato abbiamo elevato un muro tra noi e Dio. Bisogna colmare i precipizi della vanità, del vuoto, dell'effimero, che tutti ci portiamo dentro; bisogna abbassare i monti della presunzione, dell'orgoglio, dell'autosufficienza: "monti" che tutti, purtroppo, ben conosciamo! Allora Dio potrà passare e accadrà l'incontro: sarà un momento meraviglioso, vedremo davvero spuntare i fiori dalla sabbia. È difficile descrivere l'emozione profonda di una conversione. I diari dei convertiti sono pagine luminose che fanno sentire una gioia incontenibile: sono racconti che fissano l'emozione dell'incontro con Dio. È un'esperienza che dobbiamo fare anche noi e possiamo fare anche noi. Ma come? Il Vangelo di Matteo continua presentando le caratteristiche di Giovanni Battista: "Portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico". Giovanni vive e annuncia ciò che vive: sta qui la sua grandezza, sta qui il segreto del suo fascino. Giovanni non si limita a indicare la strada giusta. Egli cammina sulla strada giusta e invita gli altri a camminare con lui. Questa è la missione del cristiano: annunciare con la testimonianza. Madre Teresa un giorno esclamò: "Prima di predicare il Credo, chiediamoci se siamo credibili". E Gandhi guardando i cristiani dell'Europa mestamente commentava: "Se vivessero il Vangelo, io sarei dalla loro parte". Lasciamoci, allora, contestare dalla lezione di Giovanni Battista. Noi oggi siamo voce di Dio: a noi è stato consegnato il Vangelo, la speranza; a noi si è consegnato Dio stesso: "Come il Padre ha mandato me, così io mando voi". Ma noi siamo un aiuto o un ostacolo all'amore di Dio? Siamo un argomento a favore di Dio o un velo che lo nasconde? Infatti che cosa fa Giovanni? Giovanni parla chiaro e diventa severo soprattutto con coloro che hanno la presunzione di essere "religiosi" solo attraverso pratiche e tradizioni. Giovanni ricorda a tutti che la religione se non è vita è falsità: infatti si è "religiosi", cioè cristiani, soltanto cambiando vita e producendo frutti degni di penitenza. Si è giustificati davanti a Dio non per quello che si dice, ma per quello che si fa: Dio non può essere ingannato, perché Dio legge nel cuore. Giovanni ricorda ai farisei, ai sadducei e anche a noi che i doni di Dio non sono privilegi, ma responsabilità. L'invito alla coerenza è estremamente attuale. Infine Giovanni si mette in disparte. Lo scopo della sua vita sta nel condurre a Cristo e non nel sostituirsi a Lui. "Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non sono degno di sciogliere i legacci dei suoi sandali" (Mc 1,7). In queste parole di Giovanni si nascondono una grande fede e una straordinaria umiltà. Egli ha capito qual è il ruolo dell'apostolo e non vuole assolutamente tradirlo. Anche noi dobbiamo condurre a Cristo. Condurre a Cristo e non a noi! Chiediamo la capacità di "lasciar vedere" il Signore! |