Omelia (17-10-2010) |
Ileana Mortari - rito ambrosiano |
Perché mi invocate: "Signore, Signore!" e non fate quello che dico? Fede ed opere sono una cosa sola allo stesso modo dell'albero con i frutti. Come ogni albero produce frutti secondo la sua natura: l'albero cattivo produce frutti cattivi e l'albero buono produce frutti buoni, così deve sempre potersi dire del cristiano. Chi è il cristiano? È colui che è stato reso partecipe della natura di Dio. Ora lui è, per partecipazione, della natura del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. La natura di Dio è verità, carità, giustizia, santità, pietà compassione, misericordia, perdono, amore infinito. La natura di Dio è sommo bene. Essa non conosce il male. Mai lo potrà conoscere. Essa mai potrà produrre una sola opera di male. Se il cristiano è divenuto partecipe della natura divina, naturalmente dovrà produrre gli stessi frutti. Quali? Eccoli: frutti di pietà, compassione, verità, misericordia, amore, pace, gioia, serenità, perdono, unione, unità, totale dono di sé per il più grande bene dei suoi fratelli. Poiché la sua natura è solo di bene, mai dovrà produrre un solo frutti di male, un'opera cattiva. Non può. Sarebbe un ritorno alla vecchia natura. Si svestirebbe della natura divina e indosserebbe nuovamente la natura corrotta dal peccato. Il Vangelo odierno potrà sempre aiutarci a fare un buon esame di coscienza. Con somma semplicità ognuno può esaminare i frutti che matura sul suo albero. Se sono frutti i bene, la sua natura che indossa ancora è quella divina; se invece i frutti sono di male, la sua natura è quella antica, è la vecchia natura del corpo di peccato e di morte. Le nostre opere sono più che i frutti per l'albero. Come siamo capaci di discernere frutti buoni, da frutti meno buoni ed anche cattivi, così dobbiamo essere capaci di discernere le nostre opere buone da quelle meno buone e cattive. Le opere buone vanno incrementate, aumentate, fatte abbondare in noi. I frutti cattivi invece vanno estirpati. Ma per fare questo dobbiamo indossare di nuovo la natura divina, di cui il Signore ci aveva già fatto dono ma che noi abbiamo svestito e buttato alle ortiche. La natura nuova, divina, è obbedienza, carità, verità. La natura vecchia è disobbedienza, odio, falsità, inganno. Nessun uomo potrà mai fare opere di bene senza aver prima indossato la natura divina. Se noi non facciamo ciò che il Signore ci chiede è il segno che abbiamo abbandonato la sua natura e abbiamo ripreso la nostra. Chi lavora con la vecchia matura fallisce, crolla, tutto perde. La casa crolla perché non è fondata sulla ferma roccia. Mentre chi opera con la nuova natura avrà un successo eterno. La sua casa spirituale mai perirà, resterà per sempre stabile al cospetto di Dio e degli uomini. Più forte diviene in noi la nuova natura e più debole si fa la vecchia. Se però noi lasciamo spazio alla vecchia, la nuova si indebolisce e l'altra prende il sopravvento e ci schiaccia nelle sue opere malvagie, crudeli, spietate. Vergine Maria, Madre della Redenzione, fa' che cresciamo ogni giorno in santità. Angeli e Santi di Dio, rafforzateci nella nuova natura e nei suoi frutti di bene. |