| Omelia (05-12-2010) |
| Omelie.org (bambini) |
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Accendiamo oggi la seconda candela della corona d'Avvento e pensiamo che siamo già nel mezzo del cammino che ci porterà alla gioia per la nascita di Gesù Bambino. Oggi la liturgia, proponendoci un brano del Vangelo di Marco, accende i riflettori su un personaggio biblico molto interessante: Giovanni il Battista. Tutti noi lo ricordiamo almeno per due motivi: è il cugino di Gesù, da sua madre Elisabetta corse Maria per annunciarle che un miracolo si compiva in lei, che cioè avrebbe partorito Gesù, il Figlio di Dio; e poi perché, come suggerisce l'appellativo Battista (e non è il suo cognome!), è colui che battezzava e dal quale Gesù stesso ha ricevuto il battesimo! Giovanni è presentato da Matteo in modo dettagliato, ci dice come vestiva, che abitava nel deserto e perfino quello che mangiava. A me Giovanni Battista ha sempre dato l'idea di una persona severa, che gridava nel deserto e riprendeva tutti ammonendoli a comportarsi meglio. Questo suo atteggiamento, penso che trasmetta anche la passione, l'impegno con il quale Giovanni annunciava la venuta del Figlio di Dio: in qualche modo si preoccupava che tutti potessero riconoscerlo e accoglierlo con cuore puro, sgombro da tante cose inutili. Lui è in qualche modo l'ultimo dei profeti presentati nella Bibbia, cioè è colui che sa ciò che Dio sta per compiere e cioè che "arriverà uno più forte di me!" In che senso Gesù è più forte di Giovanni? Giovanni sembra mettere in guardia quanti erano andati al fiume Giordano per ricevere il Battesimo! In fondo, però le persone che erano lì avevano confessato i loro peccati, dunque si erano pentiti dei loro atteggiamenti e comportamenti sbagliati! Perché vengono avvertiti e sgridati duramente, tanto da essere definiti "razza di vipere!"? Inoltre le persone in questione, farisei e sadducei, non erano lontani dalla fede, erano invece persone colte e conoscevano molto bene la Legge di Mosè e la osservavano, seguendo alla lettera i comandamenti e i precetti! A loro Giovanni dice ancora: "Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all'ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione...". Allora bisogna forse aver paura della venuta di Gesù? È questo il messaggio di Giovanni? Perché presenta così Gesù ed così duro con loro? Per capire meglio il rischio che corriamo quando, come i farisei e i sadducei, pensiamo di non aver più bisogno di migliorare, vi racconto una mia esperienza. Un po' di tempo dopo essermi confessata, mi sentivo così contenta perché ero riuscita a capire cose importanti di me stessa e anche di Dio. Tornando a casa, ricevetti la visita di una cara amica. Dopo un'ora che stavamo insieme, mi raccontò una cosa che le era capitata con una sua amica e che si era arrabbiata tanto da decidere di allontanarsi e non cercarla più. Mentre Laura parlava, pensavo dentro di me: "Di certo io sarei stata più brava. Non avrei detto quelle cose ...". In poche parole mi sentivo migliore di lei e sicuramente più vicina di Laura agli insegnamenti di Gesù circa il perdono e la riconciliazione. I giorni seguenti riflettendo sull'accaduto, mi accorsi di aver giudicato duramente la mia amica e che questo anziché avvicinarmi alla mia amica e agli insegnamenti del Vangelo mi allontanava. Dunque l'avvertimento di Giovanni, dal mio punto di vista, è quello di continuare il cammino con umiltà e con il cuore aperto, pronto ad accogliere il Signore che viene, che viene ogni giorno nella nostra vita per stare con noi e per accompagnarci nella nostra vita. La forza di Gesù dunque, non sta nella severità del Suo giudizio, piuttosto è la forza di saper leggere dentro ciascuno di noi e di aiutarci a riprendere il cammino che porta ad accoglierlo con cuore sincero. Buon proseguimento del cammino di Avvento a tutti! Commento a cura di Antonella Stolfi |