Omelia (26-08-2010)
Movimento Apostolico - rito romano
Un giorno in cui non se l'aspetta e a un'ora che non sa

Un passo del Libro del Siracide così recita: "In omnibus operibus tuis memorare novissima tua et in aeternum non peccabis" (Sir 7,40) - "In tutte le tue opere ricòrdati della tua fine e non cadrai mai nel peccato" (Sir 7,36). Quali sono questi "novissimi" o "ultime cose", che dobbiamo sempre tenere fisse dinanzi ai nostri occhi, al nostro spirito, alla nostra mente, alla nostra riflessione, al nostro cuore? Queste ultime cose, o novissimi, sono quattro: morte, giudizio, inferno, paradiso.
La morte viene. Nessuno sa quando. Viene all'improvviso. Non chiede permesso. Non ha considerazione di nulla. Non ha rispetto di nessuno: né del forte e né del debole, né del nobile e né del povero, né del sano e né dell'ammalato, né del solo e né dalla mamma di famiglia con molti figli ancora da allevare. Viene e basta. Ci prende e ci porta con sé. Ci conduce nell'eternità.
Il giudizio segue immediatamente nell'atto stesso della morte. Siamo dinanzi al tribunale di Dio, il quale ci chiede conto di tutele nostre opere compiute mentre eravamo nel corpo, sia in bene che in male. La nostra anima viene pesata sulla bilancia della verità e della santità, se trovata giusta, ma ancora mancante di verità e di santità, sarà mandata nel purgatorio dove dovrà compiere la sua purificazione. Nel Cielo non si può entrare se non da perfettamente puri, santi, immacolati. O ci purifichiamo sulla terra, oppure ci purificheremo in purgatorio. Meglio sulla terra, che nel purgatorio. Le sue pene sono veramente indicibili. Meglio cento anni di purificazione sulla terra che un solo attimo di purgatorio. Questa è verità.
Se abbiamo fatto la morte degli ingiusti, degli empi, degli idolatri, dei traditori e rinnegatori di Dio, degli operatori di iniquità, se abbiamo vissuto da delinquenti, da malvagi, da usurai, avari, lussuriosi, prepotenti, se siamo stati affiliati alle molte strutture di peccato esistenti nel mondo, per noi non ci sarà posto in purgatorio per operare la purificazione. Il nostro posto è nell'inferno, dovrà sarà pianto e stridore di denti. Dove il rimorso ci consuma e dove il tormento dilania il nostro spirito e lo squarcia in eterno, senza alcuna possibilità di ricomposizione.
Il Paradiso è per coloro che vivono da santi e che muoiono da santi. Santo è colui che ha vissuto di Parola di Dio per la Parola di Dio; che ha consumato i suoi giorni nel Vangelo per il Vangelo; che ha fatto della sua vita una perenne carità, un quotidiano atto di fede, di amore, di speranza in favore dei suoi fratelli. Santo è colui che è vissuto di purissimo ascolto, di obbedienza perfetta verso il suo Dio e Signore. Questa è verità.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, il mondo oggi si rifiuta di credere nella verità dell'inferno, della perdizione eterna. Si rifiuta di credere nel giusto giudizio di Dio. Vieni in nostro aiuto. Sostienici nella verità della fede. Angeli e Santi convincete i nostri cuori.