Omelia (04-12-2010) |
Movimento Apostolico - rito romano |
Stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore Il Vangelo di questo giorno ci conduce ad affrontare una questione che � assopita, addormentata nella coscienza di molti cristiani. Ad ogni discepolo di Ges�, in quanto corpo di Cristo, � affidata la salvezza del mondo intero. Di ogni anima da salvare lui � responsabile. Noi per� siamo esseri limitati, contingenti, storici, condizionati dallo spazio, dal tempo, dalla distanze. Se siamo in un luogo non possiamo essere in un altro e se facciamo una cosa non ne possiamo fare un'altra. Come assolvere a questa responsabilit� di salvezza che grava sulle nostre spalle? La risposta giusta viene solo dallo studio della vita di Ges� Signore. Anche Lui vero uomo, anche Lui obbligato vivere tutte le leggi della sua umanit�, anche Lui con vocazione infinita da realizzare in un corpo finito. Come ha superato Lui questo limite naturale? Come lo ha vinto? Come ha potuto assolvere alla sua missione e operare la salvezza del mondo? Facendo sua la nostra via, anche noi potremo rispondere con pienezza di obbedienza al comando ricevuto. Ges� � persona saggia, intelligente, esperta nelle cose del Padre suo. La sua sapienza gli ha suggerito di associare alla sua missione un numero infinito di altre persone e questo fino alla consumazione della storia. Finch� ci sar� l'uomo sulla terra, sempre Ges� assocer� altre persone a questa sua missione di salvezza universale. Questa stessa legge vuole che osserviamo noi. Come ha fatto Lui anche noi siamo chiamati a fare. Non solo ci dona il comandamento, ma ci rivela anche la via pi� semplice perch� questo avvenga: "Pregare il padrone della messe che mandi operai nella sua messe". Non solo la preghiera dona Ges� come via per la soluzione nel modo pi� alto del nostro particolare mandato, conferisce ai suoi apostoli anche la potenza dello Spirito Santo con la quale Lui agiva, parlava, operava. � come se fosse avvenuta una vera "moltiplicazione" di Ges�. Da uno si � fatto "molti" e tutti con un solo intento: manifestare, rivelare, realizzare la presenza del regno di Dio in mezzo agli uomini. Senza questo conferimento nei discepoli di ci� che Ges� possiede, nessuna missione potr� essere svolta con frutto. Il regno di Dio non si costruisce solo a parole. Anche noi dobbiamo "moltiplicare" noi stessi negli altri che il Padre dei cieli associa alla missione che Cristo ci ha affidato e che noi abbiamo chiesto per mezzo di una preghiera ininterrotta. Ma cosa possiamo dare noi ai missionari del Vangelo? Quale ricchezza possediamo? Quali doni abbiamo? Tutto ci� che � in noi dobbiamo darlo agli altri. Ogni ricchezza spirituale e materiale deve essere conferita ad ogni associato alla nostra missione. � ricchezza di fede, speranza, carit�, compassione, dottrina, scienza, sapienza, intelligenza, studio, formazione, esperienza, sacrificio, perfetta esemplarit�, martirio, olocausto. La nostra stessa vita deve essere data perch� essi la diano. Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli e Santi, fateci come Cristo Ges�. |