Omelia (14-11-2010)
padre Mimmo Castiglione
Come? Quando?

E c'è chi attende. Frenetico non vede l'ora! E quasi si compiace.
Impaziente, per gli altri augura sciagura, per sé ventura.
E c'è chi rassegnato, nulla s'aspetta, ormai. Niente gl'importa.
Ignavo, indolente, pigro. Apatico si lascia vivere,
scorrendo il tempo indifferente.
E c'è invece, chi chiede incredulo e dubbioso. Come? Quando?
Curioso ed interessato.
Domanda inutile. Non resterà pietra su pietra!
Non è necessario dunque, sapere l'ora,
per stare allerta e vigilare?
Fare di tutto per farsi trovare pronti e poi sereni andare?
E poi ha senso (ammesso che se ne riconosca l'importanza)
preoccuparsi, occuparsi, pensare, agire,
e poi di nuovo progettare, se poi finisce tutto ciò che appare?
A che serve darsi da fare, affaccendarsi e lavorare,
per non arrivare da nessuna parte,
o se poi rimane comunque il vuoto da colmare?
S'arriverà in un luogo, sì, ma quale?! Proprio lì dove ci si dovrà fermare!
Credere, sperare amare. Sì!
È tutto quello che dobbiamo operare.
Con grazia. Non per paura.
Neanche per ottenere consenso o esercitare potere.
Ma per portare avanti la passione, realizzando la missione.
Perché ci sia motivo. E la Memoria. E la soddisfazione!
Ricordo di quello che passa e di quello che rimane.


Tanta fatica per costruire opere grandiose e belle per poi assistere alla loro distruzione!
Per opera dell'uomo s'intende, e non di Dio.
Tanto lavoro per realizzare progetti per poi ammirare solo macerie.
I sogni, i desideri, le aspirazioni, curare rapporti, mantenere relazioni,
educare, formare, accompagnare e sostenere, intercedere, per poi? Quale futuro?
Ma il nostro futuro non è forse nelle mani di Dio?

Si conclude la salita, il viaggio nella capitale.
Il Maestro continua ad insegnare.
Ultime parole, prima d'affrontare la sua passione,
sulla fine o sul fine della storia e di tutte le cose!

Oggi il Vangelo ci conduce a Gerusalemme,
dove Gesù sperimenterà ancora una volta il rifiuto,
quello stesso che aveva segnato l'inizio del suo ministero a Nazareth.
Eppure, nonostante le ostilità e l'incomprensione dei suoi,
Gesù porterà a compimento il senso della sua vita,
lo scopo della sua incarnazione.
Continuerà sempre e comunque a tendere la mano senza mai arrendersi,
anche di fronte all'angoscia ed alla paura, alle percosse ed alla morte.

Gesù parla del tempio,
luogo della Presenza di Dio e della sua alleanza.
Costruito, distrutto, ricostruito, demolito e ancora grandiosamente riedificato,
adornato di preziosi provenienti dal mondo ebraico e pagano.
Le sentenze del Maestro riguardo alla casa di Dio
provocheranno inimicizia e sconcerto, ed ancora abbandono e solitudine.
Nessuno mai avrebbe immaginato che dopo più o meno quarant'anni,
della casa di Dio sarebbero rimaste solo rovine.
Oggetto di meraviglia, diventerà luogo di desolazione e muro del pianto.
Svanisce l'illusoria sicurezza dell'uomo viandante,
che ritorna nomade alla sua tenda,
divenendo nuovamente consapevole della sua provvisorietà.

Quando avverrà il crollo dell'immagine?
Come se bastasse saperne il momento per evitare il danno delgiudizio.
Conoscere il futuro? Roba da maghi e cartomanti!
Quanti ne sono venuti e quanti ne verranno?!
Quanti Cassandra di turno, annunciatori di sventure e fine del mondo.
Quanto timore inculcato per gestire coscienze spaventate, ignoranti ed insicure?!
Quanti indovini interpellati per prevenire sciagure?!
Ingenui si portano addosso amuleti ingurgitando misture,
per non perdere il lavoro e l'amante, per non morire,
per non ammalarsi, per guarire e mantenere la salute!
Pagando parcelle esose, è chiaro, se no non vale!
Non è dell'arrivo della fine del mondo che si deve aver paura, dice il Signore,
non delle catastrofi, delle persecuzioni e delle guerre,
tutte cose che non sono mai mancate,
quanto piuttosto dell'essere impreparati e disattenti a ciò che avviene,
senza aver fatto niente per prevenire.

Non resterà nulla, tranne ciò che non muore, è chiaro!
Ma che cos'è che non ha fine?
Non ci si lasci scoraggiare od ingannare.
Non rispondere al male col male.
Attenti a cogliere i segni del transitorio,
che la sapienza ci aiuti ad interpretare.
Ed anche dinanzi alle persecuzioni ed alle consegne,
avendo ricevuto il dono di parlare dalla bocca di Dio,
testimoniare, pazientare con costanza,
sopportare, e nella fiducia perseverare!

Tutto è relativo. Solo l'amore resta, rimane,
solo il servire, il sacrificio,
quello gratuito, nella memoria,
per il quale s'è riconoscenti e si vive e non ci s'arrende!
Solo il ricordo di quest'amore resta, rimane.
È vero. È dura rimaner fedeli.
Dinanzi alle soverchierie ed alle persecuzioni,
alle violenze ed ai soprusi, solo una promessa:
Nessun capello del vostro capo perirà!
Per quanti non son caduti martiri o consegnati ai tribunali!

PREGHIERA

Pietà di me Signore, fragile e peccatore.
Consolami, aumenta la mia fiducia nelle tue parole.

Il tuo Spirito mi illumini e mi preservi dalle suggestioni del male.
Che io non mi inganni ascoltando altre voci.
Dammi forza per compiere il bene e non aver paura degli oltraggi.

Signore, intanto che aspetto la tua venuta, fammi dono della costanza.
Sempre perseveri nella speranza. Amen.