Omelia (27-08-2009)
Paolo Curtaz


Prega con noi, oggi, santa Monica, madre di sant'Agostino, che celebreremo domani. Una donna e una madre che ha vissuto con passione la propria fede che ha avuto la gioia, prima di morire, di vedere condivisa dal figlio.

Vigilate. L'invito di Gesù è costante, in tutto il suo vangelo. Anzi, è uno degli inviti più pressanti fra quelli che Gesù rivolge ai suoi discepoli. Vigilare per conservare la fede, vigilare per evitare che la luce interiore si spenga, vigiliare per accorgersi della presenza del Maestro. Forse, amico lettore, dirai: con tutto quello che ho da fare, l'ultimo dei miei problemi è quello di restare addormentato! No, amico: vigilare non è il contrario di dormire, ma di dimenticare. In questi nostri tempi frenetici, in cui l'anima sempre più si distanzia dalla vita e siamo travolti dalla ferocia delle cose da fare per vivere (figuriamoci, poi, per chi non si accontenta di vivere e vuole strafare!), è difficile conservare la fede. La soluzione è uno sforzo, un'ascesi che orienti la nostra quotidianità verso la presenza del Signore. La preghiera fedele, la partecipazione all'eucarestia festiva, la possibilità di fare qualche giorno di ritiro durante l'anno, ci sono essenziali per restare cristiani. Come fece Monica, afflitta per la lontananza spirituale del figlio che, perseverando nella preghiera, ebbe la gioia, prima di morire, di vederlo convertito e felice.