Omelia (22-08-2009)
Paolo Curtaz


Il rischio c'è, siamo onesti. È un rischio che corre ogni esperienza religiosa: quello di inaridirsi, di irrigidirsi, di scordare l'essenziale ed appiattirsi sul superfluo. Così, Gesù giudica duramente l'atteggiamento dei farisei, dei dottori della Legge, degli scribi di cui, pure, riconosce l'autorevolezza, invitando a seguirne gli insegnamenti, ma non le opere. Quanto è vero, amici! La ragione per cui molte persone non credono nel Signore non è proprio la nostra incoerenza? E noi cristiani, a volte, non smentiamo con la nostra vita le parole che professiamo? Tutti noi abbiamo incontrato dei cristiani ferventi che, nella realtà delle situazioni, si rivelano delle pessime persone! Predicano misericordia e giudicano impietosamente. Parlano di servizio e si fanno gli affari propri. Dedicano tempo a Dio e sono scortesi e avari con gli uomini. Che grande responsabilità che è data, amici! E Gesù ci illustra come vivere in coerenza: non ostentando la fede, non prendendoci per maestri e dottori, capaci di calare nel quotidiano la Parola che ci scruta e ci giudica, vivendo in un atteggiamento di servizio reciproco. Viviamo la nostra giornata all'insegna della verità del vangelo!