| Omelia (21-11-2010) |
| CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie) |
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Con la festività odierna si conclude l'anno liturgico, iniziato una anno fa' con l'attesa di un Re che sta per venire e termina, ma che termina con un Re perdente agli occhi del mondo. Il primo che diede a Cristo il titolo di re fu Pilato che, lo proclamò "re dei giudei", condannandolo a morte per crocifissione, benché i giudei protestassero, non tanto per il titolo regale quanto per i complemento di specificazione che lo seguiva. Da allora sono passati molti secoli e questo titolo regale gli viene ancora contestato da non pochi, perché, in fin dei conti, si tratta di un re non può essere perdente e soprattutto condannato a una morte infame, quella degli schiavi, la meno consona col titolo regale. Gli inizi della storia della salvezza (2Sam 5,1-3) Visti i successi militari di Davide fanno sì che gli anziani, delle tribù del nord d'Israele, vadano in Ebron e lo ungono re. È l'inizio della storia della salvezza che si realizzerà in Cristo, della casa di Davide, consacrato Messia dal suo Signore. Regna la pace dove regna il Signore (Sal 121, 1-6) Perché i seggi della casa di Davide non sono quelli che stanno nella Gerusalemme terrena ma in quella celeste, che non è di questo mondo. Mettiamolo a nuovo perché né ha bisogno (Col 1,12-20) Anche oggi, come ai tempi di Paolo, c'è il tentativo di trasformare, da parte di forze politiche, intellettuali e finanziarie, la religione cattolica in una filosofia gnostica, facendo entrare Cristo in un sistema umano che non gli è conforme. Liberati e redenti da un re perdente (Lc 23, 35-43) Il passo dell'Evangelo di Luca di questa domenica ci presenta Cristo non già come re dei giudei ma come re dell'universo e ha come scenario di presentazione il Calvario e come trono non quello maestoso di Davide ma un patibolo da schiavi. Fra i personaggi presenti alla scena: il popolo si comporta in modo opportunistico; i soldati si fanno beffe di lui; i capi del popolo, ridicolizzandolo, lo sfidano a mostrare la sua forza; uno dei condannati come lui alla croce lo insulta mentre l'altro lo riconosce come re, benché appaia perdente, con le braccia spalancate ad accogliere chiunque voglia mettersi in salvo. Non è una posizione inusuale per lui che durante tutta la sua vita ha accolto e frequentato peccatori ma ha fustigato quanti si reputavano giusti. Pure noi come il "buon ladrone" dobbiamo rivolgerci a Cristo, nostra speranza, se desideriamo ottenere la salvezza totale. REVISIONE DI VITA - Il nostro cristianesimo è vero o è solo di facciata? - Siamo disponibili ad accoglierci e perdonarci sinceramente se in precedenza ci siamo offesi? - Cristo regna nelle nostre case e nei nostri cuori oppure ha sol funzioni scaramantiche? |