Omelia (17-10-2010) |
don Luca Orlando Russo |
Troverà la fede sulla terra? Questo brano ci pone subito di fronte ad una contraddizione: Gesù da un lato promette: «Vi dico che [Dio] farà giustizia prontamente [ai suoi eletti]» e dall'altro si chiede: «Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?», quasi a sottolineare che l'attesa sarà lunga e per questo la fede sarà messa a dura prova. Ci chiediamo come si concilia, allora, una pronta risposta del Signore con un'attesa lunga, durante la quale la fede sarà messa a dura prova? Credo che a non favorire una risposta sia anche una traduzione fuorviante del versetto 1 che tradotto a calco suona così: «Disse loro una parabola per mostrare che bisogna pregare sempre, senza stancarsi mai». La parabola non è sulla necessità di pregare sempre, ma è raccontata per mostrare la necessità di pregare sempre. L'obiettivo di Gesù, allora, è quello di aiutarci a concludere che non abbiamo altra strada che quella di "pregare sempre", la sua è una dimostrazione. Stando così le cose, la parabola è un invito a paragonarci con la vedova. La figura della vedova è nella tradizione biblica simbolo di una situazione di estrema povertà. Si tratta di una duplice povertà: materiale e psicologica. La vedova, infatti, non può più contare sul sostegno economico che le veniva dal lavoro del marito, che non ha più. È costretta a vivere, se non ha del suo, di quello che le viene offerto dalla compassione degli altri e, per questo, è nella condizione di chi spesso, vincendo la naturale timidezza, deve chiedere umilmente. L'altro aspetto della povertà della vedova è la solitudine che ella sperimenta per la mancanza del marito. Non sono poche le volte nelle quali si trova da sola a rimpiangere i momenti in cui poteva godere della presenza di colui che ama. Questa condizione pone la vedova in una situazione di umiltà e accresce in lei il desiderio dello sposo che le manca. Se Gesù, allora, per mostrarci che è necessario pregare sempre, ci paragona alla vedova della parabola, che attende giustizia, ha un suo preciso messaggio: la venuta del Signore nella nostra vita è un dono gratuito di Dio e se tarda a venire è solo perché non è desiderato. Pazienta con noi e rinvia il suo ritorno, solo perché noi non siamo ancora nelle condizioni, che sono quelli della vedova, di accogliere la sua venuta, non desiderandola abbastanza. Detto in altre parole, il Signore vuole aiutarci a maturare le disposizioni per accogliere la sua venuta e, per questo, diventa necessario alimentare il desiderio imparando a pregare con insistenza. La preghiera importuna e costante non ha bisogno di essere esaudita circa ciò che ottiene, giacché il suo vero frutto è proprio quello di pregare con umiltà e così creare in noi le condizioni per godere della comunione con il Signore. «Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?» |