Omelia (03-10-2010) |
don Giovanni Berti |
Solo semplici servi Clicca qui per la vignetta della settimana. Ci siamo trovati questa mattina tra preti della parrocchia per un confronto su questa pagina del Vangelo. E' un buon modo per condividere il nostro cammino personale di preti e aiutarci nella comprensione della scrittura, che poi a nostra volta saremo chiamati a spiegare nell'omelia domenicale. Leggere insieme il Vangelo ci aiuta a sentirci interpellati in prima persona dalla Parola. Di questa parola di Dio noi siamo servi e non padroni, per questo è fondamentale il confronto. Questa volta, lo scambio è stato particolarmente utile per me. C'era questa espressione del brano evangelico che trovavo davvero "dura" e inaccettabile: "Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: "Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare". Servi inutili. Ecco l'espressione che facevo fatica a digerire. Non potevo capire come mai Gesù mi invitasse a sentirmi inutile mentre è mio desiderio profondo di sentirmi utile e di non perdere valore e dignità. Nel confronto con gli altri preti ho manifestato senza paura questa mia perplessità, domandandomi dove stava il messaggio positivo e incoraggiante del Vangelo. Ecco che allora uno di noi, ha proposto una traduzione più fedele del testo greco, lingua nella quale sono stati scritti i Vangeli. La giusta traduzione non è "servi inutili", ma "semplici servi". Quell'espressione "inutile" non è da leggersi nella direzione dello squalificare, ma al contrario della giusta valorizzazione. Siamo semplici servi di fronte a Dio. Siamo chiamati a svolgere il nostro compito, ne più ne meno, avendo come padrone Dio. Lui è l'unico padrone e tutti siamo servi. Forse la parola padrone ci urta un po' applicata a Dio, ma se intesa bene ci aiuta a ritrovare serenità nella nostra collocazione nel mondo e nella Chiesa. Quante volte abbiamo l'ansia di fare tutto come se tutto dipendesse da noi. E spesso sul posto di lavoro e anche nei contesti famigliari ci sentiamo schiacciati dal peso delle responsabilità, che superano quelle che sono le nostre capacità. E se sbagliamo, a volte l'errore ci viene fatto pesare in modo irreparabile. Con Dio è diverso. Siamo suoi servi nel lavoro che ci ha affidato nel mondo. E' il lavoro di costruire il suo Regno di amore. Ognuno di noi ha il suo compito e nessuno più ritenersi più importante di altri e sopra gli altri. Purtroppo quando anche nella comunità cristiana si innesta la mentalità del più forte che schiaccia e comanda il più debole, dimenticando che tutti siamo servi e nessuno padrone, se non Dio solo, allora la Chiesa perde la sua credibilità. Nella condivisione di questa mattina sul questa pagina del Vangelo, ci siamo sentiti dire dalla Parola: non dimenticate, cari preti, che siete servi anche voi, semplici servi e non padroni! E questo vale per chiunque opera nella Chiesa, dal papa fino alla catechista di prima elementare della mia parrocchia: siamo tutti servi di Dio, semplici servi con il nostro compito che Lui ci da'. Clicca qui per lasciare un commento. |