Omelia (03-10-2010)
padre Ermes Ronchi
La potenza di un granellino di fede

Gli apostoli dissero al Si­gnore: accresci in noi la fede. Nel Vangelo tutte le preghiere, di uomini donne malati peccatori di­scepoli, stanno dentro due sole domande. La prima: Si­gnore, abbi pietà; la seconda: aumenta la nostra fede. Qui è riassunto l'universo del cuo­re, il nostro mondo di dolore e di mistero. Aumenta la fede: perché senza fede non c'è vi­ta umana. Come sarebbe possibile vivere senza fidarsi di qualcuno? Noi ci umaniz­ziamo per relazioni di fidu­cia, a partire dai genitori, a co­minciare dalla madre. Fede che una forza immensa pe­netra l'universo.
Se aveste fede quanto un gra­nellino di senape. Un granel­lino microscopico, basta po­chissima fede, quasi niente: è questione di qualità, non di quantità. Non una fede sicu­ra e spavalda, ma quella che nella sua fragilità ha ancora più bisogno di Dio, che nella sua piccolezza ha ancora più fiducia in Lui, e si abbando­na, si affida.
Potrete dire a questo gelso sra­dicati e vai a piantarti nel ma­re.
Ho visto il mare riempirsi di alberi. Fuori metafora: ho visto missionari vivere in luoghi impossibili; ho visto uo­mini e donne di fede, nella lo­ro casa, portare problemi senza soluzione, con un co­raggio da leoni; ho visto mu­ra invalicabili di odio dissol­versi. Ho visto gelsi volare sul mare, e non attraverso mira­coli spettacolari, ma con il miracolo quotidiano di un a­more che non si arrende.
Anche voi, quando avete fat­to tutto dite: siamo servi inu­tili.
Una parola che sembra con­traddire altri passi del Vange­lo ( beato quel servo... il pa­drone lo metterà a tavola e passerà a servirlo), che ci sor­prende con l'aggettivo «inu­tili». Inutile in italiano signi­fica che non serve a niente, incapace. Ma non è questo il senso della parola originaria: servi non tanto inutili, ma che non si aspettano un utile, che non ricercano un vantaggio; servi senza pretese, né rivendicazioni, né secondi fini, che di nulla hanno bisogno se non di essere se stessi, che a­giscono senza un fine che non sia la sola motivazione d'amore.
Scrive Madre Teresa di Cal­cutta: nel nostro servizio non contano i risultati, ma quan­to amore metti in ciò che fai.
Il servizio è più vero dei suoi risultati, più importante del­la ricompensa e dei successi. Fede vera non è piantare al­beri nel mare, neanche Gesù l'ha mai fatto. Fede vera è nel miracolo di dire: voglio esse­re semplicemente servitore di quelle vite che mi sono affi­date: mio marito, mia moglie, i miei figli, l'anziano che ha perso la salute, e non avanzo neppure la pretesa della sua guarigione. Servitore come il mio Signore, venuto per ser­vire, non per essere servito. Mi bastano allora grandi campi da arare, un granelli­no di fede, e occhi nuovi di speranza.