Omelia (26-09-2010)
padre Paul Devreux


Il ricco epulone, che non ha un nome affinché ognuno di noi ci si possa identificare, chiede ad Abramo di mandare Lazzaro a casa di suo padre per ammonire i suoi fratelli. Immaginate cosa succederebbe se veramente Lazzaro si presentasse a bussare a casa di questi ricchi che sanno che è morto? Pensate che lo ascolterebbero? Io penso che si spaventerebbero e chiamerebbero un sacerdote per benedire la casa e cacciare il fantasma. Poi ricomincerebbero a bere e a scherzare più di prima per dimenticare il fattaccio. Abramo ha ragione, ma non del tutto; di fatto Gesù risorto ha convinto tutti quelli che lo hanno visto, ma è anche vero che si è fatto vedere solo da quelli che desideravano vederlo.

Ma ciò che mi stupisce in questa parabola è l'atteggiamento del ricco nei confronti del povero, quando lo vede in paradiso accanto ad Abramo. Continua a considerare Lazzaro come uno che può usare. Non chiede ad Abramo di dargli dell'acqua o di andare a casa sua, perché per lui è scontato che Abramo non va disturbato; come non doveva essere disturbato lui dal poveri quando era vivo. E' un problema di rispetto della gerarchia. Ho paura di dare noia al ricco come il povero da noia a me; mentre considero scontato che il povero sia a mia disposizione perché posso pagarlo e quindi ha tutto da guadagnarci.

Purtroppo cosi facendo creo un abisso tra me e gli altri; sia quelli che considero diversi da me perché poveri, sia quelli che considero diversi da me perché ricchi .

Ebbene pensate che questa parabola ci annuncia una buona notizia: questo povero Lazzaro, che sta alla mia porta, è Gesù stesso. Lazzaro significa in ebraico: Dio aiuta. Aiuta Lazzaro, ma aiuta anche me, che credo di essere ricco, perché quell'abisso che ho creato fa di me un altro povero Lazzaro, e se riesco a vederlo sono salvo! Se riesco a vedere che siamo tutti poveri e bisognosi gli uni degli altri, posso aprire le mie porte e lasciare entrare il Signore con tutta la sua corte di poveri.

Dio da ricco che era, si è fatto povero in Gesù, per poter venire a stare alla mia porta. Dio si è fatto povero per me, affinché io osi pregarlo senza paura di disturbarlo. Dio si fa piccolo per riuscire ad entrare, magari dalla porta di servizio e mi domanda: "Disturbo? Posso disturbare?"

Signore donami di vedere quanto è grande questo tuo amore per me. Fa' che io mi lasci almeno sfiorare da questo tuo amore, affinché quell'abisso che ho creato venga colmato dalla tua presenza, che è in grado di riconciliarmi con Te, con i miei fratelli e persino con me stesso.