Omelia (19-09-2010)
don Giovanni Berti
Stand-Up! Alziamoci contro la povertà

Clicca qui per la vignetta della settimana.

Una parabola shock!
Eh si! Gesù che insegna a essere disonesti e a fare i furbi con i soldi altrui?? Se è così, allora quelli della Parmalat, che con i loro disonesti giochi finanziari hanno messo sul lastrico tante famiglie di investitori, sono da dichiarare santi subito!
Son sincero nel dire che questa parabola mi ha sempre messo a disagio, perché davvero ad una prima lettura non riesco a capirla.
Mi aiuta un po', come sempre, non togliere questo discorso dal suo contesto. Infatti è bene ricordare come l'evangelista Luca è particolarmente attento a riportare i discorsi di Gesù riguardo la povertà, l'attenzione concreta e vera ai miseri e il distacco dalle ricchezze.
L'affermazione finale ("Non potete servire Dio e la ricchezza") è per me la chiave di lettura di questo insegnamento del Vangelo. Sono servo di Dio e dei suoi insegnamenti o sono servo della ricchezza e delle sue esigenze?
Alla fin fine, quale è il nostro obiettivo di vita? Le relazioni umane o il possedere? Non è una domanda così banale... perché dalla risposta dipende non solo la nostra vita ma anche quella di chi ci sta attorno. Se lo scopo della mia vita è arricchirmi di beni, di soldi, di potere... l'altro diventa un mezzo e non più una relazione.
La povertà nel mondo, che sembra così cronica e irrisolvibile, sappiamo bene che non è colpa di chi è povero ma di un sistema economico fondato da sempre sullo sfruttamento e non sulla condivisione dei beni.
L'amministratore disonesto, alla vigilia di perdere tutto, si accorge che solo nelle relazioni umane di amicizia può trovare un'ancora di salvezza. Non ha molto tempo per agire, e quindi in fretta, con quel che ancora ha, si "compra" un futuro sereno. Se la voglia di ricchezza lo ha portato fuori strada, ora sa che nell'amicizia (anche se comprata) ha una nuova possibilità.
Vien da storcere il naso, lo so, di fronte a questo insegnamento. Ma se ci pensiamo bene, è molto attuale e stimolante per la vita concreta.
Potrei tradurlo con queste domande: quello che ho dal punto di vista materiale sono capace di condividerlo con chi ha meno? Sono pronto ad agire concretamente con chi è povero sia vicino a me che lontano, nei paesi poveri del mondo? Come comunità cristiana e come società civile, quando facciamo di concreto per le povertà?
Quando andrò davanti alla porta di San Pietro in Paradiso, troverò qualcuno che dirà che ho fatto gesti concreti di generosità, oppure mi verrà mossa l'accusa che in fondo ho detto tante parole ma agito poco?

In questi giorni (dal 17 al 19 settembre) nel mondo è promossa l'iniziativa dello "Stand-Up".
Stand-Up significa "stare in piedi". Chi vuole, sia singolarmente che a gruppi, è invitato ad alzarsi e stare in piedi a testimoniare il proprio impegno contro la povertà e per sensibilizzare i potenti delle nazioni a fare di più per combattere la povertà nel mondo.
I primi giorni della prossima settimana (dal 20 al 22 settembre) si svolgerà un incontro tra i leaders mondiali per verificare a che punto si è con gli Obiettivi del Millennio. All'inizio del millennio, 10 anni fa, le Nazioni Unite si erano date l'obiettivo di ridurre la povertà in modo significativo entro il 2015.
A che punto siamo? Si è davvero fatto qualcosa?
Ecco il significato di questo "Stand-Up": un richiamo per tutti a fare di più e forse parlare di meno...
E questo "alzarsi" diventi uno stimolo anche per chi lo fa (me compreso) a fare davvero di più concretamente per la povertà.
Diamoci una mossa! Proprio come questo amministratore della parabola che non si è perso d'animo e ha pensato che i più poveri, se aiutati, lo avrebbero a loro volta aiutato...


Clicca qui per lasciare un commento.