Omelia (29-08-2010) |
padre Paul Devreux |
A prima vista questo vangelo è un semplice invito di stile sapienziale ad essere umili; in realtà anche qui c'è una buona notizia: non dice semplicemente siate umili, ma potete essere umili, perché Dio andrà a cercare anche l'ultimo, quello che è all'ultimo posto, quello che non se lo merita, come il ladrone in croce che è riuscito a rubare anche la salvezza, quello che pensa che non ce la farà mai, di essere tagliato fuori, come gli intoccabili in India. Tutto questo è vero perché la salvezza è un dono, non una cosa che devo conquistare facendo a spallate con gli altri; la salvezza è un dono gratuito grazie al quale posso permettermi di lasciare i primi posti agli altri, senza paura di rimanere indietro. E' proprio la gratuità della salvezza che mi permette di accogliere l'altro e di dargli importanza, senza avere paura che di me non rimanga nulla, con la libertà di diventare sempre più umile; ma quest' ultima parola non è facile da capire e vivere. C'è chi cerca di essere umile per orgoglio, per apparire tale e si prende molto sul serio, cercando di dimostrare di essere più buono o più umile di tutti, come chi viene sistematicamente a fare la comunione per ultimo. Forse un criterio valido per vedere se sto diventando umile, oltre a non avere paura di parlare bene degli altri e di stimarli, potrebbe essere la libertà di non prendersi mai troppo sul serio, di non considerarsi mai indispensabili e insostituibili, ma soprattutto avere un umorismo sano, capace di ridere di se stesso, dei propri sbagli e anche delle proprie certezze. Capisco tutto questo se mi rendo conto che chi m'invita al banchetto di nozze è il Signore stesso, al quale devo presentare, spingendoli davanti a me, tutti quelli che desidero siano salvati e invitati alle nozze più di me e con me. Questo succederà se sin da oggi io comincio ad invitare a casa mia chi ne ha bisogno e non solo chi ho piacere che venga. Succederà se do tempo ed energie più per amare che per riuscire ad essere amato. Ma voglio farvi un esempio concreto per vedere quanto questi discorsi di Gesù di fatto hanno delle conseguenze concrete a seconda se li capisco e metto in pratica o no. Oggi abbiamo dei fratelli che vanno in India per rifarsi per esempio il seno sperando di diventare cosi più amabili e poi, quando tornano, muoiono per via di qualche virus che raccattano lì, mentre altri vanno in India per aiutare chi sta male, per amare e tornano radianti. Questo è solo un esempio della diversità di destino tra chi si sente salvato, invitato gratuitamente, e chi pensa di dover lottare da solo per riuscire a salvarsi. Meditate gente, il Signore ci aiuti a fare le scelte giuste! |