| Omelia (09-12-2007) |
| Wilma Chasseur |
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Integri e irreprensibili per il giorno di Cristo In questo tempo d'Avvento, chi ci parla nel Vangelo non è Gesù, ma Giovanni Battista, messaggero di salvezza che ne prepara la venuta. "In quel tempo (...) la parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. Ed egli percorse tutta la regione del Giordano predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com'è scritto nel libro del profeta Isaia: "Voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore e raddrizzate i suoi sentieri" . Profeta dell'Altissimo per eccellenza perché - se gli altri profeti annunciavano Colui che doveva venire - il Battista fu testimone della sua venuta. Nessun altro profeta aveva detto che era vicino: lo avevano annunciato sì, ma come ancora lontano. Mentre il Battista annuncia l'avvento di qualcuno che non solo verrà, ma che è già arrivato ed è "Colui che viene dopo di me". Ultimo profeta che si situa alla giunzione tra Antico e Nuovo Testamento e di cui Gesù stesso tesse l'elogio. Egli appartiene già al tempo in cui il regno annunciato è presente e va verso il compimento delle promesse; per questo può dire: "Preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri". E battezzando nel deserto predicava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. "Convertitevi" cioè scegliete il bene e rinunciate al male. Viviamo in una società che non sa più cosa sia il bene e cosa sia il male. Se è sempre stata impresa ardua, scegliere il bene e rinunciare al male, prima, perlomeno, si sapeva cosa fosse il bene e cosa il male. Mentre ora si sta stravolgendo tutto: si spaccia per oro colato ciò che è spazzatura (pare infatti che- in virtù di chissà quale progresso- tradire rubare, mentire ecc. non sia più un male, ma un bene di cui vantarsi dimostrando così di essere furbi e in gamba!...) e lo si chiama pluralismo etico. Il che vorrebbe dire che ciò che è un bene per alcuni possa essere un male per altri, o che ciò che prima era male oggi sarebbe un bene, come se l'uomo di oggi non fosse più una persona fatta ad immagine di Dio, ma fosse diventato, in virtù di chissà quale evoluzione, ad immagine delle bestie! In nome dunque di uno strampalato pluralismo etico, si vogliono stravolgere i valori morali e negare che il bene è uno, la verità è una, sempre e in ogni luogo. La legge morale naturale è uguale per tutti per cui tradire, rubare, uccidere, mentire ecc. sarà sempre male: è un imperativo della ragione universale, valido in ogni tempo e in ogni cultura senza di che, non ci sarebbe neanche una base comune su cui legiferare, e nessuna società può costruire una convivenza comune e pacifica tra i popoli, senza l'osservanza di questa legge morale, che sono poi i dieci comandamenti. L'uomo deve recuperare la volontà e la sacrosanta ambizione di costruire se stesso come persona buona, leale, sincera, onesta, perché solo così si costruisce, se no si demolisce non solo la persona, ma l'intera società. E l'uomo perde il tesoro più bello che è inscritto nelle profondità del suo essere: l'immagine e somiglianza divina. Ma questa immagine può essere recuperata interamente imboccando la via del bene, perché il male la può solo nascondere, ma mai cancellare del tutto. E' l'invito che ci fa san Paolo nella seconda lettura: "Perciò prego che la vostra carità si arricchisca sempre più in conoscenza e in ogni genere di discernimento, perché possiate distinguere sempre il meglio ed essere integri ed irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di quei frutti di giustizia che si ottengono per mezzo di Gesù Cristo a lode e gloria di Dio". |