Omelia (22-08-2010)
don Luca Orlando Russo
Lottate!

È una caratteristica del vangelo di Luca presentarci Gesù come un Profeta inviato per la salvezza di tutte le genti. Ed è ancora una caratteristica del vangelo di Luca ricordare a tutti che per entrare nella salvezza è necessario essere sgombri da tutto ciò che ci impedisce di attraversare una porta stretta.
Il discepolo nel vangelo di Luca è colui che, avendo calcolato in partenza la sua disponibilità, si libera di tutto ciò che gli impedisce di seguire il Maestro. Del resto lo stesso Gesù aveva proclamato beati quelli che sono "poveri", ovvero quelli che sono liberi dalle "ricchezze" che legano. La porta è stretta e necessariamente bisogna essere liberi da tutto se si vuole passare, altrimenti si resta fuori, con quello che abbiamo, a decidere cosa si vuole fare. C'è poco da dire o lasciamo tutto oppure non si entra.
Gesù ci avverte: ci sono molti che si illudono di poter attraversare la porta, mediante la quale si accede alla felicità piena, senza fare delle scelte vere, accontentandosi di una conoscenza formale ("Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze").
Oggi Gesù ci invita a "sforzarci" di entrare, ma si pongono alcune questioni:
1. La conversione può essere frutto di uno sforzo?
2. La conversione sta nella pratica dell'amore. Ma si può amare "sforzandosi"?
3. Chi di noi può amare se non ha esperienza dell'amore? Chi di noi può dare ad un altro ciò che non ha?
4. Gesù può pretendere da me ciò che io non posso fare? E non solo: alla fine dopo essermi tanto sforzato, corro anche il rischio di rimanere fuori, di finire dove c'è pianto e stridore di denti!
5. Ma allora che significa sforzatevi?
Qui credo vada fatta una precisazione cara all'evangelista Luca. Il verbo, infatti, che egli usa è lo stesso verbo che si usa per indicare la lotta. Alla lettera Gesù dice "lottate per entrare per la porta stretta". La lotta di cui parla Gesù, alla luce della buona notizia (il vangelo), è la lotta contro l'autosufficienza. Ad entrare per la porta stretta sono quelli che prima di ogni altra cosa sanno riconoscersi bisognosi della misericordia e non si accontentano della propria giustizia (che è spesso ingiustizia mascherata). Allora a ben guardare, quando Gesù ci invita allo sforzo ci sta innanzitutto chiedendo gentilmente di scendere nel nostro mondo interiore, nella nostra coscienza, dove allignano tutti quegli ostacoli e quelle resistenze all'amore che ci impediscono di essere "giusti", per poter invocare la salvezza e toccare con mano il suo amore.
La liturgia di questa domenica è davvero una buona notizia: la comunione con Dio non passa attraverso un'appartenenza, un'etichetta, ma solo attraverso l'accoglienza di un dono. La comunione con Dio è un dono e va accolto con cuore povero e colmo di quella gratitudine che diventa desiderio di servire.
A tutti una buona domenica e una buona settimana!