Omelia (08-08-2010)
LaParrocchia.it
Che bello essere umili

La pagina evangelica di questa domenica si apre con un invito a non temere. È questa una espressione di profondo sapore biblico che sta all'inizio di una relazione speciale tra Jhwh e qualche interlocutore designato o chiamato per qualche missione importante. Queste parole seguite da piccolo gregge, sono indirizzate alla comunità e alla identità della stessa. Piccolo gregge evidenzia come il pastore unico e per antonomasia è lo stesso Gesù... è Lui il vero pastore a cui il Padre ha affidato le sorti della comunità. Tutta la Chiesa e l'umanità intera hanno come Pastore il Signore della Vita. Allora non temete è il modo più concreto e reale di comunicare con e di quale grande amore siamo amati... siamo incastonati nel cuore di Dio e nel cuore di Cristo, siamo perle preziose e godiamo di grande stima e affetto. Abbiamo un posto nella vita Trinitaria e soprattutto una certezza: Dio non ci abbandonerà mai!!! Ci possiamo fidare... veramente!!!
Ma per comprendere questo mistero di comunione bisogna essere piccolo/i. Questo termine va inteso non in senso quantitativo, ma per l'evangelista Luca ha una connotazione qualitativa; il richiamo alla piccolezza come virtù da vivere e applicare in questo rapporto speciale tra il Creatore e la creatura, ma anche tra i componenti della stessa comunità. Infatti, nella comunità cristiana non ci sono poltrone per coloro che vogliono apparire, mostrarsi, farsi vedere, etc., nel piccolo gregge, seguendo l'esempio del Maestro, c'è posto solo per coloro che vogliono servire e donare la vita per il bene dei fratelli e dell'intera comunità. Infatti, se alla base di un rapporto c'è l'umiltà... non ci sono ostacoli insormontabili. L'umiltà abbatte i piedistalli sui quali ci siamo collocati e ci pone sullo stesso piano dei nostri interlocutori... possiamo guardarci negli occhi. È il concetto di Kenosi vissuto da Gesù ma non sempre dalla comunità che a Lui fa capo.
Allora l'ammonizione sulla condivisione dei beni, che dovrebbe essere frutto o conseguenza della virtù dell'umiltà, non è un discorso di minaccia, ma prospetta un atteggiamento positivo verso i valori e i beni di questo mondo, il denaro, il possesso e tutto ciò che da essi viene fuori come deduzione logica. L'evangelista Luca esorta a un comportamento sociale. Chi vende i suoi averi, o meglio chi non vive esclusivamente per i suoi beni, e ha un'apertura verso gli altri, in particolar modo i bisognosi, è ricco dinanzi a Dio. Le immagini, oramai classiche, della borsa che non si logora, del tesoro ubicato nella sfera divina, che i ladri non possono toccare o rovinare e altro/i non può distruggere, hanno un riferimento concreto alla comunità. Chi aiuta ora i sofferenti, investe i suoi averi correttamente e anche con un alto tasso di interesse. Questo discorso di condivisione è legato al fatto che noi cristiani sappiamo con certezza che il Signore verrà, non sappiamo né quando né come e non conosciamo le modalità, e noi lo stiamo aspettando. La vigilanza ha il carattere non solo dello stare svegli, ma soprattutto dello stare in piedi.
Questo atteggiamento ha un forte richiamo alla risurrezione. Per cui il vangelo ci sta dicendo che dobbiamo vivere come fratelli del Risorto; come coloro che realizzano nella vita quotidiana la speranza e portano nel mondo la luce che è nata dal Mistero pasquale. Ecco allora l'invito a non addormentarsi o assopirsi... in poche parole si deve evitare la tentazione, sempre in agguato, di auto-qualificarsi padroni, di ergersi a giudici, di avere la fantasia di primeggiare etc., Il vangelo ricorda che siamo principalmente gregge sotto un solo e unico Pastore e tutti abbiamo compiti, mansioni specifiche e una missione cristiana da portare a termine. Ma in tutto questo, se prevale la virtù dell'umiltà e si allontana lo spettro dell'avarizia e dell'auto affermazione, si avverte la presenza e la voce del Pastore che sussurra dolcemente non temete... io sono con voi. È questa una presenza che premia la fedeltà di coloro che lo aspettano.

Buona Domenica!!!