Omelia (00-00-0000)
don Luciano Sanvito
Pregare "sull'altro"

Succede spesso di vedere che quando preghiamo, i nostri occhi e le nostre attenzioni, da Dio si spostano facilmente sull'altro che ci è accanto o vicino.
Guardare come è vestito quello, o quella, vedere quello là, guardare cosa fa', pensare che quello seduto lì è quello che era così e così...
Spesso le nostre assemblee da eucaristiche, diventano osservatorio dell'altro.


Il Vangelo non solo riprende questa situazione, ma fa emergere il paradosso del fariseo, buono e bravo, senza peccati, che prega Dio, ma alla fine prega a scapito dell'altro, prega sull'altro come se fosse un piedistallo per dare forza alla sua preghiera.

LA PREGHIERA DIVENTA COSI' IL MODO PER UCCIDERE L'ALTRO...

Già, quella preghiera innalzata a Dio per lodarlo, finisce non solo per lodare se stessi, dice il Vangelo, ma per ammazzare l'altro come fosse un insetto che disturba il nostro ambiente religioso personalizzato.
L'amore pavoneggiato per Dio è così lo specchio dell'egoismo esaltato di me stesso.
Nascono così i fanatismi religiosi: dalla preghiera per me, e sopra l'altro.

Solo la coscienza dell'incapacità a pregare ci fa essere atti alla preghiera: "O Dio, abbi pietà di me, peccatore...": questa è la garanzia e la prova della giustificazione: non siamo mai giusti, ma solo e sempre più giustificati.