Omelia (08-08-2010)
padre Ermes Ronchi
La bellezza di un Dio che si fa servo

Un padrone parte e af­fida la sua casa ai ser­vi. La vera fortuna di noi servi inaffidabili consiste nel fatto di avere un padrone così, pieno di fiducia verso di noi, che non nutre sospetti, cuore luminoso. Dio ha un cuore di luce e ti affida la ca­sa, le persone, il mondo. E ti dice: tu puoi. Dio ha fede nel­l'uomo. La fiducia del mio Si­gnore mi conquista, in con­vince, mi fa dire: beato sei tu perché Dio ha fede in te.
Beati quei servi che il padro­ne al suo ritorno troverà an­cora svegli... non è ovvio, non è scontato stare svegli, non è un fatto dovuto o un obbligo. Quell'attesa fino all'alba ha il potere di emozionare e sor­prendere Dio, è più di quan­to non si aspettasse. Genera infatti in lui una risposta qua­si eccessiva, esultante. Ed è il punto commovente, sublime di questa parabola, il mo­mento straordinario, quando accade l'impensabile: Dio da padrone diventa servitore: vi dico che si stringerà le vesti ai fianchi (è l'abbigliamento del servo) li farà sedere a tavola e passerà a servirli. Da quello stupore di Dio, viene una vo­ce: «questi miei figli mi sor­prendono, capaci di incan­tarmi con un di più, un ec­cesso, una veglia fino all'alba, un vaso di nardo, un perdo­no con tutto il cuore, gli ulti­mi due spiccioli gettati nel tesoro del tempio, l'abbraccio e il pane dati al più piccolo. Metto ancora la mia gioia nel­le loro mani!». Dio non è il Pa­drone dei padroni, è il servi­tore della vita. Non abbiamo pensato abbastanza a che co­sa significhi avere un Dio no­stro servitore. Il padrone ca­stiga, il servo aiuta; il padro­ne giudica, il servo sostiene; il padrone detta ordini, il ser­vo ascolta e apre il cuore. Questi è il solo che io servirò perché è l'unico che si è fatto mio servitore.
Dov'è il tuo tesoro lì è anche il tuo cuore. Ciò che per me è più prezioso è ciò che più a­mo. «Ami la terra? Terra di­venterai. Ami Dio? Divente­rai come Dio», scrive Agosti­no. L'uomo diventa ciò che a­ma. La fede avanza per sco­perta di tesori, non per dove­ri. La vita cresce non per ob­blighi o divieti, ma per una passione, e la passione nasce da una bellezza. La bellezza di un Dio così fa avanzare la mia fede. Un tesoro di perso­ne e di speranze è il motore della vita. Sufficiente a met­tersi in viaggio verso Colui che ha nome amore, pastore delle costellazioni e pastore dei cuori, che ci metterà a ta­vola e passerà a servirci, con tutta la gioia di un padre sor­preso da questi suoi figli, que­sto piccolo gregge, coraggio­so e mai arreso, che veglia sui tesori di Dio, che veglia fino alle porte della luce.