Omelia (08-08-2010) |
don Roberto Seregni |
Attendere l'Atteso Strani incroci quella della liturgia. Nel cuore delle vacanze, mentre molti fortunati si godono il fresco della montagna o lo scintillio delle spiagge, il Vangelo ci richiama su uno dei temi centrali della spiritualità cristiana: l'attesa. Rileggendo il brano di Luca mi è venuto spontaneo pensare alle molte giovani madri che ho conosciuto in questo ultimo periodo. Guardandole negl'occhi ho scoperto cosa vuol dire attendere. E' questione di attenzione, di vigilanza, di piccoli impercettibili segnali che annunciano un evento. E poi una presenza. E' lui. E' lei. Finalmente posso incrociare il suo sguardo. E' questa l'attesa a cui il Vangelo ci richiama. Non solo quella dell'ultimo giorno, l'incontro definitivo con il Signore Risorto e Glorioso. L'attesa a cui siamo richiamati è quella di ogni giorno. E' la quotidianità il luogo e il tempo in cui esercitare l'arte dell'attesa. La cintura ai fianchi (utile ai contadini e ai viandanti per arrotolare le vesti ed essere più comodi e agili) e le lucerne accese, sono segni della vigilanza e dell'attesa quotidiana a cui siamo chiamati. Le parole del Rabbì di Nazareth sono un appello all'esigenza di rimettersi in gioco nella propria vocazione, di ridire un sì più robusto e consapevole alle proprie scelte, a sintonizzarsi quotidianamente con la voce dello Spirito. L'attesa del Signore ha come perimetro la quotidianità, le relazioni famigliari e lavorative, le scelte economiche e amministrative. La profezia evangelica a cui siamo chiamati, si gioca nei nostri appartamenti, nelle fabbriche e negli uffici. Il Signore verrà all'improvviso, come il ladro della parabola di Gesù. Solo chi vive nell'attesa, sarà pronto ad accogliere e a riconoscere l'Atteso. Animo, fratelli! Non lasciamoci sorprendere, chiediamo che lo Spirito ci doni un cuore vigile e occhi attenti per riconoscere il passaggio dell'Atteso. Nulla possa distrarci. Nulla possa rubarci la Sua Parola. Nulla possa assopirci nella nostra veglia. Buona settimana don Roberto robertoseregni@libero.it |