Omelia (25-07-2010) |
don Luciano Sanvito |
Spirito della Metamorfosi * Il primo cambiamento, che in effetti è uno sconvolgimento e una rivoluzione nel modo di pregare, il "Padre Nostro" lo opera con quel: "...sia...". Non più io che cerco di fare, ma che SIA fatta, che avvenga, che venga a me, la volontà di Dio. Non più io che prego, ma la preghiera che si fa in me, che avviene, entra nella comunità. Forse non l'abbiamo ancora capito questo punto di vista sconvolgente. Quel "sia"...che è il "fiat", che è il "così sia", l' "Amen" di fronte a ciò che avviene di prodigioso nella preghiera: quello che avviene lì, "SIA"! * Ma la metamorfosi della preghiera del "Padre nostro" non va solo nel modo e nell'orientamento, che già è ecclatante rivoluzione del pregare, ma va oltre, nella sostanza della preghiera stessa: quello che è pregato e su cui si prega, si trasforma, ad opera sempre sopratutto dello Spirito. Ecco che allora, se c'è uno scorpione velenoso e una serpe sul nostro cammino, pregandoci su, essi si trasformano in uovo e in pane. Agli occhi umani, senza quella preghiera, restano tali e quali; ma agli occhi spirituali della preghiera nello Spirito, essi si trasformano e diventano cibo e sostegno e non più pericolo nel cammino. Come a dire che i nostri problemi, pregati così, diventano le nostre risorse e le nostre possibilità. C'è un detto che dice: l'ape trasforma in miele anche il veleno, e la vipera trasforma in veleno anche il miele. Così noi, quando preghiamo o non preghiamo il Padre con questa preghiera: la metamorfosi salvifica sul nostro cammino avviene solo quando, contemplando le meraviglie operate dal Padre Nostro, noi gli diciamo: "...sia così...": SIA FATTO!... |